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E credo bene che chi vi cercassi ai piedi vi trovarebbe forsi altro che sputo. Questi pedanti me intendono meglio ch'io non lo so dire. Che spegner è quello che si fa colá ? Olá! Io dico bene a te, , della... Uhu! Vedi ch'io ti chiamarò a nome. Che bisogna che tu ti cacci cosí drieto a colui? Orsú!

La padrona m'insegna che anch'io mi dia bel tempo. Matto è chi non sa pigliare e' piaceri quando può averli con ciò sia che il fastidio e la noia, sempre che altri ne vuole, sieno apparecchiati. Luuusco! FESSENIO servo. Non serrar. Olá! Non odi? Ma non importa.

SPAGNOLO. Oh Dios, me pudiese hallar un poco de pan, vino y carne para comer esta noche, que en la guerra he estado pereciendo de hambre. GIACOMINO. Olá, chi sei che con tanta presunzione entri nella taberna? SPAGNOLO. Soy don Juan Cardon de Cardona. CAPPIO. Don Giovan Ladron de Ladroni, lascia quel pezzo di carne.

GERASTO. La mia casa sará commune a tutti; se ben non posso onorarvi come si conviene, supplisca dal mio canto l'affezione. Narticoforo, mandáti a chiamar Cintio. NARTICOFORO. Olá, togli questa crumèna, paga l'oste, che ti dii le valiggie, e mena teco Cintio in questa casa.

FORCA. Nascondiamoci e ascoltiamo, ché da' suoi maneggi ne caveremo principio di qualche garbuglio: ogni suo trattamento ne potrebbe giovare. MANGONE ruffiano, FILACE servo, PIRINO, FORCA. MANGONE. Filace, olá, non odi? cala qua giú presto. FILACE. Eccomi.

MERETRICE. Ecco. Oh! oh! oh! uha! SBIRRI. Oh! oh! oh! Questo è un morto. FESSENIO. Che fate? Olá! che cercate? SBIRRI. Il facchino ci disse esserci cosa da gabella e troviamo che c'è un morto. FESSENIO. Un morto è. SBIRRI. Chi è? FESSENIO. Il marito di questa poveretta. Non vedete come si dispera? SBIRRI. Perché cosí il portate nel forziero? FESSENIO. A dirvi il vero, per ingannare la brigata.

Ella mi piace piú che la zuppa del vin dolce; e luce piú che la stella Diana; e ha piú magnificenzia che la Quintadecima; e è piú astuta che la fata Morgana. che tu non te l'aresti inghiottita, no, malvagia femina che tu sei! E se tu mai le fai male, trista a te! FULVIA. Orsú! Non piú! In casa, in casa. Apri. Olá! Apri. FESSENIO servo solo. O Fessenio, che è questo che tu veduto hai?

Ci era fugita una gallina su pel tetto e a fatica l'avemo possuta repigliare. Che volete? RITA. Vorrei parlare con madonna. CECA. Aspettate, ch'io vi verrò a aprire. RITA. , di grazia. Non mi posso consolar da quel scempio che... MALFATTO. Olá! Non ve hanno voluto aprire, eh? RITA. Odi che l'è tornato! MALFATTO. Che dite? O quella madonna! RITA. , : apriranno adesso.

REPETITORE. Aspettate, ch'io pichiarò di sorte che me farò intendere allo maestro. Toc, tac, tic. PRUDENZIO. Chi impulsa la porta? Olá! REPETITORE. Ego sum, sono io. PRUDENZIO. Sei forsi el nostro substituto del ludo litterario? REPETITORE. Domine, ita. RUFINO. De corpo a tutti doi! PRUDENZIO. Chi è colui ch'è in vostro consorzio? REPETITORE. L'è uno che vole...

PRUDENZIO. Dite pur, ché ve promettemo una bona bibalia. REPETITORE. Cioè, una buona mancia. RUFINO. Orsú! Date qua la mano. Livia, questa vostra vicina..., MALFATTO. Olá! Levateve de sotto, ch'io voglio pisciare. PRUDENZIO. Non vòi stare, no, ignaro, insolente? RUFINO. ... è vostra moglie. PRUDENZIO. Oh fratello! Io te voglio essere servus servorum et osculartene le mani.