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Aggiornato: 4 maggio 2025
GIACOMINO. Anima mia, quanto la fortuna ci è stata favorevole in avervi condotta a casa mia, tanto poi voltandoci le spalle n'è stata disfavorevole, facendo venir mio padre da Posilipo e trovar la sua casa fatta taberna, e venir poi lo spagnolo, poi venir vostro padre. Giá avete visto il contrasto col mio padre.
SPAGNOLO. Oh Dios, me pudiese hallar un poco de pan, vino y carne para comer esta noche, que en la guerra he estado pereciendo de hambre. GIACOMINO. Olá, chi sei che con tanta presunzione entri nella taberna? SPAGNOLO. Soy don Juan Cardon de Cardona. CAPPIO. Don Giovan Ladron de Ladroni, lascia quel pezzo di carne.
LARDONE. Mastico quelli fegadelli, salsicce e pastoni che mi son fuggiti dalla bocca. PEDANTE. Perder le robbe non saria molto, ma perder la figlia! L'ira mi rode i precordi. Questa non è taberna, ma postribulo e lupanare. GIACOCO. La casa mia non è taverna chiú, ma centimmolo e panara; da cca a n'autro poco deventará no fiasco. O Celo, ca zeccafreca è chisto?
GIACOMINO. Dici bene, però rèstati con queste signore e avvisa di tutto quello che passò nella nostra taberna; e io andrò a trovar un amico che finga Limoforo. Son vostro, anima mia. ALTILIA. Cor mio, non fate che, lontana dagli occhi, resti sepolta nell'oblivione. GIACOMINO. Voi sète piú viva nell'anima mia che non ci è l'anima istessa.
PEDANTE. Ecco la malefica, prestigiosa, personata e larvata taberna che parvo tempore, instantulo, si metamorfeo in casa d'un viro probo; che se fosse nell'etá degli errabondi circumvaganti cavalieri di Gallia, direi che fosse un de' palaggi incantati di Amadis de Gaula, ove io con ludibriosa ludificazione, merente e lamentabile, ne fui expulso. Tic, toc.
Il padron giovane or m'inviava a Salerno per avvisarvi che voleva venir colá; ma poiché si viene questa sera in Napoli per alloggiare col tedesco nel Cerriglio, noi accomodaremo la nostra casa in foggia di taberna, ed io sarò il tedesco ché per esser io stato per molti paesi, so alquanto di quei paesi.
CAPPIO. Ecco i piccioni, polli, capponi e porchette, spiedi di fegatelli, pasticci e l'altre manifatture. GIACOMINO. O che sia tu benedetto, che con prestezza e diligenza hai avanzata la necessitá. CAPPIO. Me l'ho fatti prestar da un'altra taberna, pagandoli quello che si consumerá; e l'aremo in un tempo arrosti e allessi caldi caldi.
Chesta è la casa de Coviello Cicula, appriesso la casa de Cola Pertola, la terza è d'Aniello Suvaro, la quarta è de Colambruoso e Iacovo dello Caso, appriesso veneno chelle caranfole e carafuorchi, appriesso stava la casa mia: ma chesta me pare taberna. CAPPIO. Bone compánie, volere fare brindese.
Va' presto e compra robba a bastanza, ch'io torno a dietro e condurrò la vacca in stalla; farò restare alcune robbe a dietro, acciò, mentre il maestro torna, il toro abbia agio di godersela. CAPPIO. Via presto, ch'io avvisarò il padrone, e apparecchiaremo la taberna. LARDONE. Avèrti che se non mi si attende quanto mi si promette, scoprirò ogni cosa e porrò sottosopra il mondo.
Mi sono affaticato tutto oggi per scapparla dalle mani di Giacomino e dalle trappole di Cappio, fatto venir il padre da Posilipo, mandato uomini alla taberna, fatto cercarla dal capitano; alfin ridotta in casa mia, con nuovi inganni me l'han robbata. Maestro mio, dalle cose da voi dette io non posso in alcun modo persuadermi che voi non siate stato ingannato.
Parola Del Giorno
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