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Infelice me, disgraziata me! GERASTO. Taci e fa' rumor manco che puoi, acciò le corne che avemo nascoste in seno, non ce le ponghiamo in fronte, e altri imparino a nostre spese. Egli m'ha detto che è gentiluomo genovese di Fregosi, e si contenta star prigione finché si pigli informazione di lui; e se è vero, se gli dii per moglie, perché ella, non men che lui, lo desidera ardentemente.

Per le cui antiche maligne operazioni, i presenti suoi discendenti volgarmente così son tenuti approvandosi ancora per più crudele e disperato il sopradetto Vanni contro a Dio, che il re Capaneo, il quale, secondo che nelle chiose del quarto decimo canto passato si conta, dispregiando gli Dii sopra le mura di Tebe da una folgore caggiendo fu morto.

SPEZIALE. Che la mattina quando è nuda nel letto, le dii a bere un poco d'acqua di legno, poi le freghi la schena con un poco di grasso di frassino o di quercia; e se alla prima volta non facessi l'effetto, che continui la ricetta finché guarisca bene. SANTINA. Nepita, io non confido d'andar a piedi fin alla commare, e mi duole la gamba: va' a tormi il mio bastone. NEPITA. Vado.

del lume che per tutto il ciel si spazia noi semo accesi; e però, se disii di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia». Così da un di quelli spirti pii detto mi fu; e da Beatrice: «, sicuramente, e credi come a dii». «Io veggio ben come tu t’annidi nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, perch’ e’ corusca come tu ridi;

GERASTO. La mia casa sará commune a tutti; se ben non posso onorarvi come si conviene, supplisca dal mio canto l'affezione. Narticoforo, mandáti a chiamar Cintio. NARTICOFORO. Olá, togli questa crumèna, paga l'oste, che ti dii le valiggie, e mena teco Cintio in questa casa.

Chiamalo il «buon Augusto» l'autore, percioché, quantunque crudel giovane fosse, nella etá matura diventò umano e benigno prencipe e buono per la republica. «Nel tempo degl'iddii falsi e bugiardi». Sono falsi, non veri iddii, «quia dii gentium daemonia»: «bugiardi» gli chiama, percioché il demonio, come e' medesimo in altra parte dice, è padre di menzogna.

LIMOFORO. Pur mi chiami Limoforo; e tu non volendo, a tuo dispetto la lingua ti manifesta i secreti del core. Ma questi chi è? LIMA. Limoforo Pignatelli, marito di Cleria mia padrona, il qual avendolo stimato morto col suo figlio, ho sempre onorata la sua morte con molte lacrime. PEDANTE. Dii boni, quid audio? or in me regresso conosco che son stato deluso.

E questa, senza alcun dubbio, si dee credere che fosse la grazia di Dio, il quale ci ama assai piú che non ci amiamo noi medesimi, e sempre è alla nostra salute sollecito; il che assai bene ne mostra Giovenale, dicendo: Nam pro iocundis aptissima quaeque dabunt dii: carior est homo illis, quam sibi, ecc.

Tiresia fu greco e aguro, cioè arte magico di Tebe, il quale, secondo le favole poetiche, alcuna volta veggendo due serpenti congiunti a generare con una verga ispartendo gli percosse, di che egli incontanente di maschio femina divenne. ¶ Onde lamentandosi poi alcun tempo agli Dii di cotale avenimento, da loro per rimedio in cotal modo fu ammaestrato, che una altra volta con la verga ispartire gli dovesse.

del lume che per tutto il ciel si spazia noi semo accesi; e però, se disii di noi chiarirti, a tuo piacer ti sazia». Così da un di quelli spirti pii detto mi fu; e da Beatrice: «, sicuramente, e credi come a dii». «Io veggio ben come tu t’annidi nel proprio lume, e che de li occhi il traggi, perch’ e’ corusca come tu ridi;