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Aggiornato: 1 giugno 2025


Nino trasalì. Il sangue gli montò agli occhi. Poi guardò quella pallida faccia straziata da cui l'acqua calda e le lagrime avevano lavato ogni traccia di volgarit

Nino, acciecato dallo spavento, si precipitò su per la larga scalinata. Gi

Mario avrebbe voluto andar con l'amico; ma la via si doveva fare a cavallo, non c'erano altre bestie che il cavallo per Nino, un'asina per l'uomo ch'egli doveva condur seco: si poteva mandar a' Ficarazzi: però si sarebbe perduto troppo tempo. Convenne ch'egli restasse. Si chiuse in camera, prese un libro e si mise a leggere.

La sera però disse all'amico ch'egli partiva.... gli levava l'incomodo.... Ma Nino non lo lasciò finire. Era un cattivo amico se voleva lasciarlo così presto; erano soli, egli allegrava la casa.

Edith, sospirò sottovoce Valeria. Ho creduto... mi pareva... Ah no, esclamò Nino crollando il capo. Non Edith! Povera creatura! Poi si chinò rapido e le baciò la bocca socchiusa, prima assai che ella se lo aspettasse. Perchè hai detto di Edith «povera creaturachiese Valeria, dopo avergli anche stavolta perdonato. Nino si rabbuiò.

Se talvolta il ricordo di Nancy batteva con mano lieve alla porta del suo cuore, Nino non mai gli aprì. Nella sua villa sul Lago Maggiore Clarissa si annoiava; e scrisse per invitare Nancy: «Ma charmante,

Dar cichettaro, , sott'ar lampione, Prima se sciroppassimo er cichetto, E dopo, annamo dritti p'er Biscione, Piazza San Carlo, traversamo Ghetto... Sotto er Moro sentimo le campane De San Francesco batte' er matutino. Pioviccicava. Nun passava un cane. Paremio 'na patuja de sordati. Arfine, ar vicoletto der Rampino, Nino se ferma È qui? Semo 'rivati.

Poi, a un tratto si riscosse, si rianimò, come avesse preso una terribile risoluzione, e cominciò a cercare, a frugare nei cassetti.... So!... So!... So che cosa mi resta a fare! Tutto è pronto! e trovato un revolver glielo mostrò. Vedete? È un dono, una memoria di Nino Bixio! Povero Nino!

Come Dio volle, il treno arrivò a Roma dove c'era da aspettare tre ore il diretto per Napoli e Nino corse al telegrafo della stazione e mandò un dispaccio a Nunziata: «Arrivo stasera alle nove. Perdona. Scorda. Sono tuo per sempre.

E dopo d'avé' fatto un po' de scene, Lo cavò fora da li su' bagaji..... Sia che me s'aggricciassero le vene, O sia che a me la vista me sbarbaji, Er serpente lo veddi proprio bene, Ma non potetti vede' li sonaji. Diceva Nino, che er padrone ha detto Che c'è un'usanza nova uscita fora, Che sarebbe de scrive' a 'na signora Sur ventajo de lei quarche versetto.

Parola Del Giorno

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