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Troppo secco! ripetè Nino d'Este. Che cosa vuoi dire?

E in tali pensieri essa sgridava Marietta per tutte le cose che aveva messo nei bauli, e per tutte le cose che non vi aveva messo, e per il modo in cui erano state messe. Ma la Villari sbagliava; nessuna sbiadita inglese aveva distolto da lei il naso di pasta frolla di Nino.

Nino era un carissimo amico: quante volte, con un prestito opportuno, non l'aveva levato da posizioni assai scabrose! queste erano azioni da non dimenticarsi mai.... Bisognava smettere.

Comprese d'un tratto che in tutte le sere passate ella non aveva recitato che per questo Nino; che per lui, per lui solo, ella aveva singhiozzato e pianto, riso e delirato. E vedendolo ora davanti a lei, con la faccia tra le mani, chino il bel capo ricciuto, ella si sentì nel cuore quel palpito intermittente che riconosceva e paventava. Misericordia! sospirò. Ho paura che sia un'altra cotta!

GUERZONI G., La vita di Nino Bixio, Firenze, Barbèra, 1875, pag. 70. 1000 pacchi cartatucci da fucile. Del resto si star

Mentre Nino pagava il cocchiere, gli uomini coi fiori lo raggiunsero ed egli si volse per vederli passare...

In quel crocchio di gentiluomini vecchi e giovani che s'eran recati da Berto Candriani a chiacchierare, a bere, a giuocare, abitudine presa durante i primi giorni dopo il duello e seguitata poi per tacito consenso di tutti, il conte Nino d'Este parlava di donne.

Nino! esclamò il giovine arrossendo: e gli stese la mano che l'altro affettò di non voler prendere. C'è la peste in casa mia che non ti si vede più? Allora egli mentì. Era stato ammalato, aveva avuto delle febbrerelle nervose, che l'avevano lasciato debole di molto: quella mattina s'era sentito meglio, e aveva voluto far quattro passi.

Più tardi, quando furono tutti e quattro installati nel treno che li portava a Wareside, nell'Hertfordshire, Edith si abbandonò interamente al piacere di osservare i gesti dello zio Giacomo e gli occhi del cugino Antonio, che Valeria chiamava «Nino». Egli disse ad Edith che lo chiamasse Nino anche lei, e le parlò in una lingua che egli chiamava «banana-english».

Giacomo sorrise della loro imprudenza e del pericolo che avevano corso; passò nell'anticamera a vedere se l'uscio era chiuso, poi, rientrando, si tirò dietro e serrò colla molla anche quello del salotto e ritornò a baciarla, ad accarezzarla. No, sai. Nino; ho paura, troppo paura... gli rispose Lalla schermendosi. Egli può venire, da un momento all'altro.