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E dopo d'avé' fatto un po' de scene, Lo cavò fora da li su' bagaji..... Sia che me s'aggricciassero le vene, O sia che a me la vista me sbarbaji, Er serpente lo veddi proprio bene, Ma non potetti vede' li sonaji. Diceva Nino, che er padrone ha detto Che c'è un'usanza nova uscita fora, Che sarebbe de scrive' a 'na signora Sur ventajo de lei quarche versetto.

Così turbata entrò in chiesa; fece sbadatamente il segno della croce, e andò, portata dalla consuetudine, ad inginocchiarsi sulla sua panca. Ogni versetto de' suoi paternostri era un pensiero a quel tale; ogni periodo delle sue avemmarie una dimanda a stessa.

¹ Di questa frase spesso usano i Monsulmani, perchè Abulfeda narra nel Libro dell'Egira, che Maometto, fuggendo dalla Mecca le persecuzioni dei Koraiskiti, passò sicuro per mezzo di coloro che avevano spedito ad arrestarlo, spargendo un pugno di polvere sopra le loro teste recitando il versetto del Koran: «Noi gli abbiamo coperti di polvere, ed essi non ci hanno potuto vedere

Per esempio: Ci avete un ber visetto E chi ve guarda a voi se n'innamora! Oppure dice: Voi siete l'aurora! Come per dire un atto di rispetto. E dice, che diceva er mi padrone, Che si er versetto nun valesse gnente Vale la firma sotto a l'iscrizione. Sar

Più d'uno, in quel rotolamento, lasciò intravvedere un pugnale ricurvo legato alla cintura; altri una borsicina appesa al collo, che conteneva probabilmente qualche versetto del Corano preservatore dalla tigna. Una volta la palla cadde ai miei piedi. Mi venne un'idea. La raccolsi, la misi sopra una palma aperta, vi feci su coll'altra mano due o tre gesti di negromante e la ributtai.

Egli le si rivolse supplichevole, giungendo a stento le mani colle mosse esagerate e violenti degli ubriachi ed essa senza badargli ripigliò l’inno, grave, immobile, lasciando piombare ogni parola come una minaccia e contentandosi oramai dell’assentire che l’altro faceva col capo e del grugnito che mandava frettoloso alla fine di ogni versetto, per non essere colto a tacere.

«Una volta ai tempi dell'ignoranza e della superstizione quando il paesano vegetava nella sua atmosfera più omogenea, quando l'operaio non si era ancora associato all'esaltazione ed all'ateismo bastava un versetto del vangelo o una parola del curato per mantenere in questo povero popolo la fede del lavoro, e la rassegnazione alla miseria.

La prima volta che nella scrittura si parla di medici rofeím, è in un versetto del Genesi ove è detto che essendo morto Giacobbe, «Giuseppe ordinò ai suoi servitori i rofeim d’imbalsamare suo padre». Ma convien notare due cose: La prima che non è detto che Giuseppe abbia mandato medici a visitarlo malato; la seconda che in tutta la Genesi, non v’ha altra parola riguardante i medici e le medicine; quantunque si parli bene spesso di malattie come quelle che afflissero Faraone, Abimelecco, Isacco, Rebecca e alcuni altri ragguardevoli personaggi.

(interpretando) No, non è una dedica: è un versetto biblico o quasi biblico. (Leggendo:) «Il piede sinistro non deve sapere quello che d

Si possono leggere ancor oggi sul frontone di una chiesa che sorge rimpetto al Ghetto, presso il ponte Quattro Capi e dove sta dipinta una crocifissione, scritte in ebraico ed in latino le parole del secondo versetto del capitolo sessantesimo quinto d'Isaia: «Io stendo tutto il giorno le mie mani verso un popolo disobbediente, il quale batte una via che non è la retta». E questa esortazione fu fatta incidere da un ebreo convertito.