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Aggiornato: 15 giugno 2025


Guai a chi non piega «l'anima innanzi a lei; però che tristo «egli l'essere suo nega, e rinnega «il suo divin maestro Gesù Cristo: «Gesù che, fatto carne, in su la croce «morì ne la montagna solitaria, «Gesù che, fatto carne, ebbe in Samaria «verso la donna così mite voce,

Questi giacersi nella sua torre, e proporgli solo partito a liberarlo, che ei si rendesse vassallo di Stefano: se il nega manderebbe a Nebiolo la testa d'Anselmo: due soli concedersi alla scelta.

Mirasi poi da gran furor sospinto, Che de l'estrema tomba il dono ei nega, E sovra lui, che gli ha l'amico estinto, Del terribile cor l'ira dispiega; I piè trafigge al Cavalier gi

Vedrete, soggiunse un altro, che Luciano vi nega anche l'esistenza delle ghinee. Difatti, trovatemene una, se vi riesce; gridò con aria di trionfo il Valerga. Ma esistono i poemi, esistono i drammi di Byron, e tu ne fai il tuo pasto quotidiano, s'intende, dopo le bistecche del Mago. Lasciatemi finire. Ho premesso che egli non ha mai scritto nulla nel modo che intendete voi altri lo scrivere.

Lo abbiamo tutti, non dubitate, lo abbiamo tutti, un alto ideale nell'anima. Lo si nega da molti, a cui pesa di nutrire un ospite così ragguardevole, e di apparire poco padroni in casa propria. Ma la coscienza lo svela a tutti e col testimonio della coscienza non c'è negazione che tenga. Quando la commedia del giorno è finita e l'attore si trova solo nel suo camerino, dove non ha più da ingannare nessuno, spoglia le vesti e gitta gli arnesi della sua parte, incominciando da quei mustacchi neri e arroncigliati che gli davano un'aria di gradasso, o da quelle fedine bionde, che lo facevano parere un inglese annoiato. Quando tacciano intorno a voi le voci del mondo, ascoltate la voce arcana che è dentro di voi e che vi dice: Così devi essere, non come ti sei dato a vedere. Nobilt

A coteste ragioni così rispondono i sostenitori dell'opinione contraria: 1. Che S. Paolo non nega punto, che lo scopo proprio del matrimonio sia la procreazione della prole; tutt'altro; ei dice anzi che il matrimonio la suppone: le sue parole perciò devono essere prese nel senso che si può evitare di cadere nella incontinenza anche usando il matrimonio come mezzo di procreazione della prole.

Il modernismo, infatti, non è eresia, non dogma contro dogma, chiesa contro chiesa; esso è, nel campo religioso, quel medesimo processo di autocoscienza che abbiamo veduto compiersi nella borghesia, con i grandi moti del razionalismo e del romanticismo, e nel proletariato per opera del socialismo scientifico. Rinnovando dall'interno il fervore religioso e considerando le religioni nel processo delle concrete formazioni storiche, esso ha staccato dalla coscienza cattolica il vecchio dogma e la vecchia gerarchia, che vi aderivano come incrostazioni soffocanti, ed ha colto le religioni nella interna dialettica della praxis che le suscita e le rovescia. Il modernismo non nega, ma spiega; non distrugge ma risolve i dogmi, perchè trova in essi una verit

Quando, dove ogni giustizia è morta e un tiranno nega e cancella col terrore la coscienza d'una nazione e Dio che la volle libera, un uomo, puro d'odio e d'ogni bassa passione e per sola religione di Patria e dell'eterno diritto incarnato in lui, si leva di faccia al tiranno e gli grida: tu tormenti i milioni dei miei fratelli: tu contendi loro ciò che Dio decretava per essi: tu spegni i corpi e corrompi le anime: per te la mia patria agonizza ogni giorno, in te fa capo tutto un edifizio di servitù, di disonore e di colpe: io rovescio quell'edifizio, spegnendoti io riconosco, in quella manifestazione di tremenda eguaglianza tra il padrone dei milioni e un solo individuo, il dito di Dio.

Inaugurandosi poi, in sostituzione dell’altra del 1676, la fontana della Piazza del Carmine alla Albergaria, e sostenendone le spese il Presidente di Giustizia altrove citato, G. B. Asmundo Paternò, non nobile di nascita ma nobile di azioni, il Marchese Villabianca riteneva vergognoso che non si emulasse la gloria di servire il paese in opere pubbliche, e che i magnati del sangue si lasciassero superare dai ministri di Legge. «Lo fa, diceva, il paglietta, perchè è virtuoso, e si nega il magnate, perchè è vizioso.

L'altra le si gettò sopra, prendendole con circospezione la testa e coprendole di baci la fronte: Cattiva, cattiva! seguitava, che mi vuole mandare via e mi nega un bacio, mentre io penso sempre a lei. Quest'oggi comando io, voglio che ti alzi per pranzare con noi. A un patto. Quale? Chi era? L'orco, ribattè Tina, ferita al cuore da questa insistenza assurda; e rientrò nella cucina.

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