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Aggiornato: 3 giugno 2025
Io! Studio e vivo modestamente di quel poco che ho. E non hai bisogno di nulla? soggiunse il vecchio, misurando le parole. Un giovine tuo pari, che ha da vivere con un certo sfarzo, ha sempre bisogno di denaro.... Oh no, caro nonno. Vi ringrazio, ma non ho proprio bisogno di nulla.
È la signora Cesarina, disse la signora Veronica cominciando la presentazione: e questa è la mamma. La signora era magra, con tutti i capelli neri e due occhietti rotondi, vividi: vestiva modestamente e mostrava una franchezza, che rendeva anche più dura l'espressione della sua fisonomia.
Ora tutti complimentavano la signorina Sofia che aveva cantato così bene les adieux de l'hôtesse arabe: e la gracile fanciulla, tutta malinconia, sorrideva modestamente. Vi piace Bizet? chiese Sofia a Fulvio, che si era accostato al resto della brigata. Bizet? fece lui come trasognato. Sì: vi domandavo se vi piace. Assai mormorò lui, distratto.
Eh, disse sua sorella, George, per la poesia, è famoso! George sorrise modestamente, e si passò le ben manicurate dita nei radi capelli. Mah! sospirò, oggi-giorno dei veri poeti non ce n'è più. Sono tutti morti da un pezzo! E Nancy disse: Temo anch'io che sia così. Mamma! chiamò la voce chiara e sveglia di Anne-Marie traverso la porta socchiusa. Sì, cara, disse Nancy. Buona notte.
Signori, dice modestamente il mio avversario agli astanti di prima fila, dopo avermi dato, a maschere levate, un abbraccio fraterno, il nostro poeta è di prima forza; non lo sapevano? Bisognerebbe ancora vederlo alla sciabola. Sì, sì, un assalto di sciabola; si grida. Non gi
La squilla della vicina parrocchia di Fontain si fè modestamente sentire; i tocchi di quella campana mi scesero in cuore mesti, siccome la preghiera pei moribondi: traversò il viottolo a noi vicino una vecchia cenciosa che portava per mano un ragazzo... Nonna disse quest'ultimo cosa fa tutta quella gente sdraiata?
Avendo imparato a sue spese, nella notte, a tener la lingua a segno, rispose modestamente esser egli Michele Garaventa, servitore del signor Salvani, che se ne andava tranquillamente a casa, dopo averne bevuto un bicchiere, non intendendo nulla di tutto quel subbuglio di uomini d'arme.
Pier Luigi, seduto accanto alla nuova nipotina, la stuzzicava con certe allusioni sul viaggio di nozze, molto arrischiate. Lalla arrossiva e abbassava il capo modestamente, ma poi lasciava intendere allo zio, con un volgere malizioso degli occhi sfavillanti, ch'ella capiva tutto benissimo e che ne rideva.
Angiolina da un anno vestiva modestamente; stava ritirata perchè pativa, e solo si assideva a mensa con le compagne quando non poteva schivarne l'impuro contatto. Per lei non più grazie, non più bellezza, non più piaceri; spesso lacrime e lacrime cocenti le cadevano sul volto; ella sentiva un'afflizione invincibile e non sapeva il perchè; quell'aura stessa della casa di Vascello erale divenuta a un tratto irrespirabile, sentiva il bisogno di uscirne e di uscirne per sempre. Ma dove andare? Una volta che capitato era col
E il pugnale non è stato mai più presentato al Generale, perchè Angiolo Guelfi non era uomo da mettersi in mostra. Aveva compiuto un dovere, nè voleva di più. Però Garibaldi trovò il modo di dimostrare la sua gratitudine. Nel 1859 venne a prendere a Modena il comando delle truppe toscane. In esse era volontario Guelfo, l'unico figlio di Angiolo Guelfi, che secondo le istruzioni del padre non si presentava al Generale. Lo seppe però questi una sera per circostanza fortuita, e ordinò che si andasse tosto a chiamare il figlio del suo amico, come esso diceva. Non fu possibile trovarlo la sera, per cui fu avvisato di portarsi la mattina successiva al Quartier Generale. Vi andò, e modestamente si atteggiò, quando entrato nell'anticamera la trovò piena di ufficiali superiori toscani ivi riuniti per il rapporto giornaliero. Salutò militarmente i suoi superiori, poi, non sapendo che fare di meglio, si ritirò nel vano di una finestra. E quivi stava, guardato con occhio sprezzante da tutti quegli ufficiali gallonati, che avevano servito la casa di Lorena, ed ora servivano il popolo toscano. Passò un sotto-tenente di Stato Maggiore, volontario anch'esso e amico del Guelfi figlio, e a questi si diresse il giovane maremmano per pregarlo di dire al Generale che esso era l
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