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Aggiornato: 6 giugno 2025
26 L'inamorato giovene mirando stava il successo, e gli tremava il core, de la sua cara moglie dubitando; che di Marfisa ben sapea il valore.
Marco e Matteo va tenendo nel dua, e ride sempre della lor malizia, dicendo: Io vo' del bene a tuttidua, e non intendo partir l'amicizia, ma dir, fin che avrò fiato e sarò morto, che nelle lor scritture hanno un gran torto. Terigi aveva fatto alla sua sposa un complimento a memoria apparato. Marfisa se gli mostra imperiosa, e tira dritto e appena l'ha guardato.
104 Del danno c'han da te ricevut'oggi, disian novanta femine vendetta: sì che se meco ad albergar non poggi, questa notte assalito esser t'aspetta. Disse Marfisa: Accetto che m'alloggi, con sicurt
Narrò Rugger a Carlo e cinque e sette bricconerie del guascon ch'io non dico, le corna di Terigi e di Marfisa e il disonor della magion di Risa.
Se nella vecchiaia del mio Turpino i paladini non avessero cambiati gli antichi costumi, che teneano del mirabile, gli accidenti della Marfisa sarebbero piú maravigliosi.
Rise Marfisa e sul viso gli ha dato con il ventaglio, ch'era leggiadrissima; e finalmente ognuno a pranzo andava. In casa a Gano Filinoro entrava. Vide a piè della scala Gan teneva, come un gigante, un crocifisso Cristo. Nel girar della scala che faceva, eccoti innanzi un altro Gesú Cristo. Nella sala maggior entra, e vedeva la Via crucis. Per tutto c'è Cristo.
52 Tu fai da discortese e da villano, Ruggiero, a disturbar la pugna altrui; ma ti farò pentir con questa mano che vo' che basti a vincervi ambedui. Cerca Ruggier con parlar molto umano Marfisa mitigar; ma contra lui la trova in modo disdegnosa e fiera, ch'un perder tempo ogni parlar seco era. 53 All'ultimo Ruggier la spada trasse, poi che l'ira anco lui fe' rubicondo.
Venne la nuova che nessun francese sa di Marfisa, donde il re Carlone disse a Rugger con viso sonnolento: Ben guarda, ella sará nel suo convento. Rugger perdé la pazienza un tratto; volta la schiena e borbottando parte. Perdio! dicea l'imperatore è matto.
Sorridendo Marfisa soggiugnea: O vile, o pidocchioso, o miserando! voi mi movete il vomito, da dama; non dite piú, questo parlar v'infama. C'è Filinor guascon, che, benché paia un poveruomo, ha in cor de' gran luigi; e basterá ch'io mandi una ghiandaia, ché gli fo grazia a chiedergli servigi. Credei farvi finezza, allocco, baia, cavalier delle fogne di Parigi!
Così parea di ghiaccio ogni guerriero contra Marfisa, ed ella ardente face; e non men di Ruggier gli occhi a sé trasse, ch'ella di lui l'alto valor mirasse. 24 E s'ella lui Marte stimato avea, stimato egli avria lei forse Bellona, se per donna così la conoscea, come parea il contrario alla persona.
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