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Aggiornato: 6 giugno 2025
Quest'era per Rugger poca sciagura a petto quella che gli dá Marfisa, la qual va rovesciando ogni misura pe' suoi capricci, e spende in una guisa da far venire a Creso la paura; e compra e vende, e il fratel non avvisa, e cambia fogge e vestiti ogni giorno; sembra il mercato ov'ella fa soggiorno.
133 Stati che sono in gran piacere e in festa con Norandino otto giornate o diece, perché l'amor di Francia gli molesta, che lasciar senza lor tanto non lece, tolgon licenza; e Marfisa, che questa via disiava, compagnia lor fece. Marfisa avuto avea lungo disire al paragon dei paladin venire; 134 e far esperienza se l'effetto si pareggiava a tanta nominanza.
Ecco un che gentilmente al palco picchia: è il ciurmador che avuto avea l'avviso. Marfisa nel tabarro s'incrocicchia, mettendo pria la maschera sul viso. Si desta Ipalca, e anch'ella prestamente s'è mascherata alquanto goffamente.
Ognun gli dá ragione apertamente, e la bassezza del guascon riprende. Tutto Parigi entrato era in questione, e si dava al marchese la ragione. Ne' pubblici discorsi la canzona finiva in sulle spalle di Marfisa. Se le metteva in capo una corona di pazza, d'immodesta e d'altra guisa.
Non incresce all'umanitá di passar talora da un adornato palagio ad una semplice casipola villereccia, in traccia di quella varietá che suol cagionare il divertimento. La Marfisa è un poema giocoso e d'uno stile scopertamente famigliare.
Marfisa vincitrice de la guerra, fe' trarre a quella giovane la vesta, ed ogn'altro ornamento le fe' porre, e ne fe' il tutto alla sua vecchia torre: 116 e di quel giovenile abito volse che si vestisse e se n'ornasse tutta; e fe' che 'l palafreno anco si tolse, che la giovane avea quivi condutta. Indi al preso camin con lei si volse, che quant'era più ornata, era più brutta.
Comunque fosse, e' basta che s'intenda ch'ebbe l'intento Ganellone intero, e che per questo caso Rugger ebbe un disonor che dir non si potrebbe. Anche Marfisa non avea vantaggio ed era screditata nella fama.
Stava rimproverando malcontenta in dieci lettre la poca creanza a questo e quell'amador disertato, quando don Guottibuossi è capitato. Marfisa l'accettava volentieri, ch'anche de' preti comincia a degnarsi. Ben venga il soprastante a' cimiteri gli disse e che dovesse accomodarsi.
Bradamante e Marfisa, che contratta col parentado avean grande amistanza, andaro insieme ove re Carlo fatta la maggior prova avea di sua possanza, sperando, o per battaglia o per assedio, levar di Francia così lungo tedio. 8 Di Bradamante, poi che conosciuta in campo fu, si fe' letizia e festa: ognun la riverisce e la saluta; ed ella a questo e a quel china la testa.
Gli aspettator rimason co' pensieri. Lettor, l'avvenimento speri invano: ch'io tel dica, per or non è mestieri; deggionsi risparmiar de' fatti alquanti per la materia de' seguenti canti. Custode del sigillo alfin rimane Angelin di Bellanda. Ganellone Filinor mette per vie nuove e strane per cavalier di camera a Carlone. Tra Marfisa e il guascon, Cupido cane fa delle scene.
Parola Del Giorno
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