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Aggiornato: 31 maggio 2025
Angelin di Bellanda, la mattina del cimento fatal, per tempo assai con la sua famigliuola sí meschina er'ito a certi frati pien di guai, in una chiesa fuor di via, piccina, dove le genti non andavan mai, perch'era ignuda e sull'altar maggiore due candeluzze sol facean splendore.
Dicea quel di Bellanda: Amico Orlando, quest'occhio cieco, questo monco braccio, quest'incurabil ernia raccomando, e il mendicume, mio perpetuo laccio. Se tu sapessi com'io vo passando i giorni, e tu vedessi il mio primaccio, le sedie, il desco e la cucina mia, perdio! morresti di malinconia. Legna non ho per cuocer le minestre: son arsi le architravi e le cornici.
Se v'è in piacer che a Filinoro sia dato il sigillo, io son di ciò contento: chiedo sol modo a questa prole mia di viver con fortezza nello stento. O Vergin pura, o Vergine Maria, conducete le man nel parlamento. Cosí diceva il signor di Bellanda, dal pianto molle che dagli occhi manda.
Gli aspettator rimason co' pensieri. Lettor, l'avvenimento speri invano: ch'io tel dica, per or non è mestieri; deggionsi risparmiar de' fatti alquanti per la materia de' seguenti canti. Custode del sigillo alfin rimane Angelin di Bellanda. Ganellone Filinor mette per vie nuove e strane per cavalier di camera a Carlone. Tra Marfisa e il guascon, Cupido cane fa delle scene.
Io non so con qual arte, inganno o frode, Angelin di Bellanda è fuor uscito, s'è dato in nota, non ha concorrenza. De' far Filinor nostro esperienza. Chiedon certe persone i boccon grassi con una sicumera ed una esordia, che sembra in barbagrazia a' capi bassi debban ire i votanti di concordia. L'incarco avuto, l'util va ne' spassi: mai fanno un'opra di misericordia.
E molto amari ed aspri son gl'ingoffi di quegli uffizi nuovi e dell'assedio ad Angelino di Bellanda, solo concorrente al sigillo e buon figliuolo. Angelin di Bellanda è un cavaliere privo d'un occhio in battaglia perduto; monco ha il sinistro braccio, ed il brachiere porta, delle fatiche per tributo. Di Carlo avea servito alle bandiere ne' tempi andati, e gran sangue ha perduto.
Col suo guascon alla conversazione giunge Marfisa, e per la concorrenza di custode al sigillo uffizi espone per Filinor con vezzi ed insistenza. Angelin di Bellanda anche persone ha, che chiedon per lui palle e assistenza. Ardono i due partiti ed al cimento si chiudono i votanti al parlamento.
Dodone, Orlando e Rinaldo, ch'è giunto da Montalban per questa concorrenza, vanno con Angelin debile e spento, facendolo star sempre in riverenza, e fanno uffizi, e stanno forti al punto del sigillo Angelin non resti senza, dicendo: Se qualcun gli niega il voto, s'aspetti guerra e peste e terremoto. Da tutte parti gli uffizi infiammavano per quello di Bellanda e pel guascone.
Parola Del Giorno
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