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Aggiornato: 18 giugno 2025
GIACOMINO. La malia che l'ho fatta, mia reina, è che l'ho amata con quella schiettezza di amore e lontana da ogni simulazione, che si convenia; e saprá bene che il ricompenso d'amore è lontano da ogni spezie di pagamento, ché l'amor si paga con amore. ALTILIA. Ahi, che il timor m'uccide! GIACOMINO. E di che temete, anima mia?
Se v'eran degli agiati illustri e buoni, questi non difendevano i traditi, perocché in terzo, in quarto o in quinto grado tenean con gli oppressori parentado. Era in que' tempi il lusso una malia, che cagionava piú d'una ingiustizia. L'uomo alterata avea la fantasia, perdea d'ogni misura la notizia; ed alla necessaria economia aveva dato il nome d'avarizia.
Le acque erano limpide come l'aria, azzurre come il cielo, dolcemente agitate come le anime che contemplavano quello spettacolo. Una sublime armonia univa i nostri sensi alla natura esterna; i nostri pensieri, la nostra anima rispondevano unisoni al creato. Non potevamo rompere quella malìa, nè abbandonare quel posto. Io manifestava alla mia giovane sposa la pienezza delle emozioni: essa mi rispose: Tu mi esprimi benissimo tutto quello che sente il tuo cuore e che pensa la tua mente; se la tua anima potesse custodire come un tesoro le impressioni di questo giorno, la mia felicit
E trascinandosi sino al letto, con uno sforzo che dopo la fece piangere, attaccò al bastone della spalliera una piccola calza bucherellata. La Bettina in tutta la giornata tornò a casa due volte e poi riescì per accompagnare Malia che faceva Venere, in Orfeo. A notte la piccina, che sonnecchiava, udì una voce maschile su per le scale e la voce di Malia. Diceva Malia: Addio... ciao... grazie...
Credete voi alla malìa? Io sì. Credo che l'uomo possa acquistare, per via d'iniziazione, un quasi illimitato potere su la natura e sui suoi simili; benefico e malefico; malefico più spesso, sventuratamente.... Avete letto il recente romanzo dell'Huysman, Au de l
La notte della Befana era fredda, ma chiara e stellata. Un grande silenzio s'era fatto nella viuzza solitaria, un grande silenzio si fece nella stanzuccia quando Bettina e Malia chiusero al sonno gli occhi stanchi. Una delle rosee calze della ballerina pendeva accapo al suo letto.
Ella stessa ci aveva lasciato cader dentro, sorridendo, un piccolo anello d'oro, un paio di profumate giarrettiere di seta. Era stata Befana a sè stessa, prevedendo che la Befana avrebbe lasciata vuota la calza. Nelle case de' poveri quella non entra. Chiarinella dormiva, sognando la pupattola della sua piccola amica. Alla dimane Malia si svegliò un poco più per tempo del solito.
Ecco di Guttemberg L'arte risplende! Come dal Sinai In nuove tavole Ecco discende La legge ai popoli. Coro Onore a Guttemberg. Scosse dal magico Spirto inquïeto Dal chiostro fuggono Sciolte le lettere Dell'alfabeto In nozze libere. Coro Dal chiostro fuggono Si sbigottiro Alla malìa I vecchi secoli: E si difesero Con una pia Giaculatoria. Coro Si sbigottirono
Ecco, scendo al tuo canto, o mio biondo poeta: la tua cura secreta, dimmi, ti sforza al pianto? Bada, Arcadelte, bada: è questa la malia. A voi, Madonna Lia, l'anima mia e la spada. O mio biondo Signore oltre all'occhio lucente della Donna ridente, sai tu leggere in cuore? Arcadelte, non fare: È l'inganno, è l'inganno.
E poi? E poi? Improvvisamente il suono della vostra voce, dicente una parola; una lettera scritta da voi ad altri e che io leggo per caso; l'aver conosciuto lo scopo di una vostra passeggiata, di una vostra, visita; il velo delle lacrime nei vostri begli occhi; la morte del sorriso sulle vostre labbra; una impressione simile, un fatto vago e fuggevole, mi ridanno, intiera, tutta la malìa che la vostra anima esercita su me...
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