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Aggiornato: 15 giugno 2025
Il Mazzini, che era venuto in Italia a spingere i suoi fra i volontarî di Garibaldi e a prestare tutta l'opera sua per rinfocolare i santi entusiasmi; dopo gli inesplicabili disastri, l'armistizio, l'ordine al Garibaldi di ritirarsi dalle forti posizioni conquistate nel Trentino, nulla più potendo, ritornava in Lugano.
Era evidente che intorno a lei s'era fatto congiura di tacere: segno che Ezio correva un brutto quarto d'ora. Se non ci fosse stato nulla di male, perchè tanti misteri? perchè la mamma aveva così spesso gli occhi rossi? perchè non le lasciavano leggere le lettere che arrivavano da Lugano?
Appena ebbe di ciò avviso il Mazzini, benchè dissentisse dal Garibaldi circa il programma militare, dichiarò che non era più tempo di discussioni, ma d'ajutare quel moto con tutte le forze! E lasciata Londra, s'avviò in Italia. Ma era appena giunto a Lugano, che ebbe notizia del luttuoso e codardo fratricidio d'Aspromonte, e, pochi giorni dopo, dell'efferato assassinio di Fantina .
Pur troppo, quegli eroici episodî si smarrirono infruttuosamente nel generale disastro; la miseranda catastrofe di Custoza, che doveva ricondurre gli Austriaci alle porte di Milano, sfrondò gli allori dei generosi e coprì di oblío le loro gesta. Il Modena, dopo la restaurazione dell'Austria, riparò a Lugano. L'amnistia di Radetzky fu muta per lui.
Non risulta quanto abbia fatto dalla sera del 9 a tutto il 10; si sa che nel giorno 11 era a Lugano di dove andò direttamente a Roma, ed ove fu arrestato nel giorno 14.
Di lí a poco ecco che capita a Garibaldi una staffetta da Genova, che gli reca queste notizie: «Pepe uscí di Venezia, batté gli Austriaci, riprese Mestre, 400 prigionieri e 4 cannoni. Per tutta Venezia si suona a stormo. I nostri sulle vie di Treviso. La Valtellina e tutta la Lombardia insorta». Che il Pepe avesse fatto una sortita da Venezia, e con lieta fortuna, era vero; il resto, in grandissima parte, fandonie. Ma in quei giorni chi piú le sballava grosse, piú trovava fede. Infatti, per darne qualche esempio, Piero Gironi scriveva da Lugano il 29 ottobre al Notary: «Insurrezione in Valtellina bene sviluppata. Vi sono molte colonne che marciano su Bergamo. Queste notizie sono ufficiali. Questa sera entriamo in Italia con D'Apice, che si metter
Klapka s'era recato, sui primi del febbrajo, da Ginevra a Lugano per entrare e assumere il comando de' suoi compatrioti il secondo giorno.
Francesco Soave era nato in Lugano nel giugno dell'anno 1743; avea fatto i suoi primi studii a Milano, quindi a Pavia, finalmente a Roma nel Collegio Clementino. Soppressa la Compagnia di Gesù, della quale faceva parte, andò nel 1767 ad insegnare poesia a Parma; fu allora che pubblicò la sua Grammatica ragionata della lingua italiana. Non è inutile avvertire che il primo impulso agli studii di lingua, che poi l'occuparono tanto, può esser venuto al Manzoni dai primi insegnamenti del Soave. Avendo, dice un biografo del Soave, la Reale Accademia di Berlino proposto il quesito: "Se gli uomini abbandonati alle loro facolt
Che nel giorno 8 maggio il Rondani, il fido compagno del Turati, si recò in Svizzera; ed a Brissago, Locarno, Bellinzona e Lugano cercò riunire, formare in bande e dirigere al confine i numerosi operai italiani per accorrere a Milano in aiuto degli insorti.
Così conciliando paci e rammendando i costumi, passò nelle tre valli di rito ambrosiano, poi a Gnoasca, a Giornico , a Lugano e di nuovo, pel Ceresio, a Menaggio ed alla Valsassina.
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