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Aggiornato: 12 settembre 2025


Dacchè era entrato nel palazzo sentiva maggiormente tutta la stranezza della proposta che doveva fare, e non aveva il coraggio di esprimerla. Occorrono altre somme per le spese elettorali? domandò il principe. Me lo dica francamente; so quanto bevono gli elettori romani, e nulla mi stupisce. No, no; ho ancora qualche migliaio di lire, disse il Rosati sorridendo.

"Non ricordava i tuoi nervi di seta. La belva era presa: si adunarono per dividerne i brani sanguinosi: tra biglietti di banca, ghinee, zecchini, napoleoni, ed altre monete di oro di ogni maniera, fu trovato che il valsente carpito al defunto sommava a meglio di ventimila lire di sterlini, valore enorme: due sesti ne toccarono al Presidente, perchè così per patto; due sesti al gentil giovane dalla chioma bionda che estraeva le carte dalla cassetta chiusa per allontanare perfino il sospetto della lealt

Ogni somma gli bastava; seimila lire, diecimila, ventimila; fossero anche state centomila, le avrebbe accettate, sottoscrivendo la sua brava obbligazione a babbo morto.

Chi ne ha. E a chi le rivendevi? Oh bella!... a chi non ne ha. La mattina incontra un antico condiscepolo e gli stringe la mano silenzioso, tenendo gli occhi a terra e sospirando a mantice. Che hai, Giacinto? Eh, ho che certe cose non succedono che a me. Qualche disgrazia in famiglia! Peggio: stamane ho perduto in borsa ventimila lire.

Del valore delle monete paragonate alle lire e scudi di ciascun paese, che sono per lo piú immaginarie.

Emilio mise mano al portabiglietti e fece scivolare nella destra di Battista un fogliolino da cinque lire. Signore! soggiunse Battista con calore. Se mai avesse bisogno di me, non ha che da comandarmi. Va bene, va bene... Chi sa?... Forse più presto di quel che credete.

Quando un caruso s'impegna a lavorare con un picconiere riceve da questo una somma, che varia dalle 50 alle 150 lire, secondo l'et

Chi ha preso in prestito, per esempio, 6000 lire di quel paese da un altro, e l'ha ricevute in tante monete allorché valevano piú, deve aggiungervi 4 per 100 delle stesse monete nel farne la restituzione, per far la stessa valuta di 6000 lire, e si duole di quelle 240 lire ch'ei ci perde.

La mia penna era il mio feudo il più reale, e mi produceva diecimila lire all'anno, senza pagare un soldo d'imposte al rapace signor conte Bastogi. Poi indrogavo i miei malati nelle ore di ozio. Tutto contato, installato ove io mi ero, il mio piccolo cervello mi metteva in misura di rosicarmi quattordici o quindicimila franchi l'anno. Mica male! sclama mia moglie sorridendo.

Ebbene gli era a codestui che il povero Vanardi doveva duecento cinquanta lire di pigione. E meno male fosse stato quello il solo suo debito! E lascio stare il macellaio, il venditore di vino al minuto e tutti gli altri creditori, che se volessi annoverarli un per uno farei una rassegna lunga e noiosa, come quella degli eroi combattenti in un'epopea che si rispetta.

Parola Del Giorno

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