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Aggiornato: 2 luglio 2025


PRUDENZIO. E tu, Luzio, fa' che te ricordi ch'è verecundia alli optimi discipuli ignorare le cose del preceptore che disce e doce le buone educazioni. Fa' questo latino: «Mentre che lo mastro me li cavalli io tiro le corregge». LUZIO. «Inter... inter mastrum...». PRUDENZIO. Di' un'altra volta. LUZIO. Hem! hem! MALFATTO. Quelli con che si magna lo pane. PRUDENZIO. Lassalo dire. Attendi a te.

I libri! bella cosa! proseguiva intanto il Priore che era bene avviato. Ma, domando io, a che servono tranne ad insegnare il passato? È il presente, quello che ci abbisogna; e l'avvenire, quello che deve esser nostro quantunque in grembo a Giove. Sia forte, e non si curi più d'altro. Il mondo, è vero, non si governa sempre colla prepotenza; ma il più delle volte, . Tutto il resto del tempo, lo si mena pel naso coll'ipocrisia, coll'astuzia. A me duole di guastarle il candore della sua gioventù; ma un maestro, oggi o domani, lo dobbiamo aver tutti; dunque, meglio oggi che domani. Veda; se a me queste cose me le avessero dette subito, come io le dico a Lei, mi avrebbero premunito in tempo, e non avrei fatto tante sciocchezze. Si fidi a me; e poichè oggi sono di buon umore per Lei e parlo latino, aggiungerò: experto crede Ruperto. Non c'è di efficace al mondo che la prepotenza e l'astuzia; ma ambedue hanno bisogno di una leva, l'associazione. Viribus unitis! Venga con noi; trover

Francesco Cènci, sangue latino dell'antichissima famiglia Cincia, annoverava fra i suoi antenati il pontefice Giovanni X, quel famoso drudo della bella Teodora, la quale per virtù di amore lo condusse vescovo prima a Bologna, poi a Ravenna, e finalmente lo fece papa.

Deditissimo agli studi, sapeva di greco e d'ebraico, non che di latino: altamente sentiva delle cose celesti, e usando la spada dello spirito che è la parola di Dio, era tutto in predicare con una dottrina chiara, corrente e morale, piena dei lumi della somma verit

Delle quali la prima è per fare utilitá piú comune a' suoi cittadini e agli altri italiani: conoscendo che, se metricamente in latino, come gli altri poeti passati, avesse scritto, solamente a' letterati avrebbe fatto utile; scrivendo in volgare fece opera mai piú non fatta, e non tolse il non potere esser inteso da' letterati, e mostrando la bellezza del nostro idioma e la sua eccellente arte in quello, e diletto e intendimento di diede agl'idioti, abbandonati per adrieto da ciascheduno.

Viva il valente giovane, vero sangue latino. E più alti sorgevano lo entusiasmo e gli applausi.

Più volte il signor Anselmo Dogliani aveva ricevuto delle lagnanze dai maestri per la negligenza del figlio appunto nel latino, senza il quale la carriera ecclesiastica non era possibile.

Ne l’altra piccioletta luce ride quello avvocato de’ tempi cristiani del cui latino Augustin si provide. Or se tu l’occhio de la mente trani di luce in luce dietro a le mie lode, gi

NARTICOFORO. Avertite che fate falso latino: ché «vapulo» est verbum deponens, idest quod deponit significationem activam et retinet passivam: però «ego vapulo», io son battuto; non «vapulo», io batto. ESSANDRO. Tu stai a cavallo e impari lo falso latino a me!

E ciò basti per nostra discolpa. Il signor Bouterweck principio alla storia della poesia e dell'eloquenza italiana con un discorso, in cui prima di tutto viene investigando qual fosse lo stato della lingua nostra al comparire di Dante. In questo argomento egli segue, e lo confessa apertamente, il libro latino di Dante medesimo Della volgare eloquenza.

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