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Aggiornato: 2 luglio 2025


A ciò sono in tutto rispondenti le parole di Jacopo: «Alquanto discreto è alquanto esser goloso e alquanto non essere». Per il vocabolo alquanto, traduzione dal latino aliquando è evidente che Jacopo deriva la sua Chiosa dalla esposizione di Guido da Pisa, che l'aveva trovata nel Commento di Ser Graziolo. E la serie cronologica di questi Commenti è forse da porsi in tal modo: 1.º Ser Graziolo .

L'avversione che Vincenzo aveva sempre dimostrata pel latino aveva tenuto in pensiero il signor Anselmo tutti quegli anni. Se suo figlio fosse fallito agli esami, se fosse stato dichiarato assolutamente inabile a quello studio, avrebbe dovuto rinunciare a fargli percorrere la carriera ecclesiastica, e per conseguenza al benefizio; e la famiglia sarebbe rimasta senz'altro mezzo di sussistenza che il lavoro di lui, gi

Il testo latino ha delectatio morosa, che, essendo un termine tecnico della Teologia morale, si suole anche tradurre in italiano letteralmente colle parole dilettazione morosa. Noi in testa al presente articolo, lo traducemmo colle parole: Diletti voluttuosi del pensiero.

Il latino d

Ma il premio contestato da mille proteste ed a mille recriminazioni, mise il ragazzo a puntiglio. Giudaino, che non mancava di intelligenza, in breve tempo superò tutti i condiscepoli nello studio del greco e del latino. A sette anni egli traduceva Cicerone, e commentava Virgilio.

Perchè si crede ancora che non si possa scrivere bene in italiano, se non si studia profondamente il latino. Perchè si insegna ancora la filosofia nei licei. Perchè si crede nell'onnipotenza degli esami per garantire la societ

Sono pezzetti di carta di filo, non più larghi di dieci, non più lunghi di sette centimetri. Lo stampato vi è incorniciato in fregi incisi e litografati con disegni di artisti d’allora: ben povera cosa, invero, che però non andava senza il nome latino degli autori: Franciscus Gramignani, ovvero Michael Ognibene sculpsit. Si capisce che le cornicette servivano ad inquadrare qualunque comunicazione.

Poichè m'ebbero per bene investigato, susurrandosi non so che cosa all'orecchio, si posero a parlare a voce men bassa. Mi pare che riprendessero una conversazione troncata al mio arrivo. Vi dico che a me non la fanno, e che non occorre aver studiato il latino per provar che due e due fanno quattro.

Lo so, signori, lo so: e la mia gratitudine... La sua gratitudine ce la dimostri seguendo un mio consiglio, che quasi potrei chiamare paterno. Da domani cangi vita e costumi. Studi un po' meno il cattivo latino delle Pandette e vada a far pratica in una sala d'arme. Io starei anzi per due lezioni al giorno.

Ancora; i Francesi procederono sempre nemici al sangue latino: sempre ci buttano in faccia Carlomagno per vendicarsi di Giulio Cesare, fingendo ignorare come quegli fosse alemanno, questi veracemente latino, e Macchiavello questo notò, ed altre cose di giunta intorno alla natura dei Francesi; le quali sarebbe pure bene, non dirò ricordare troppo, ma anco dimenticarle. La improntitudine loro arriva fino a rampognarci di avversione pei gesti da essi operati quando in Italia vennero per nabissarla da cima a fondo, poi spartirsela con la Spagna, spellarla così, che l'usuraio giudeo se ne sarebbe vergognato, e se tu lettore vuoi pigliarne contezza leggi la vita di Francesco Ferruccio da me dettata, tradirla, e pestarla: essi ardiscono riprenderci d'ingratitudine perchè acclamammo il Souvaroff nel 1799, gli Austriaci nel 1814, e perchè l'esercito piemontese primo aggredì la Francia nel 1815; e qui tu nota, o lettore, che ragion vorrebbe si distinguessero governi da popoli, e di questi la parte contra e la parte, pro; ma la è cosa, che paventa la mala fede dei Francesi quando s'incornano a volere ragione! Essi non vogliono mica ricordare che il Papa, oggi prediletto da loro, fu quegli che andò a trovare in cotesti tempi nemici contro la Francia non pure in Moscovia, ma in Turchia; però non dimentichiamo gi

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