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Aggiornato: 2 luglio 2025


Purchè d'inverno il fuoco non mi manchi E un botticel nell'angol del camino, Mi creda, professor, rinuncio ai banchi Dove lei spiega il greco ed il latino.

Dopo aver visto una collezione di messali, di bibbie, di manoscritti preziosi, uno tra i quali attribuito ad Alfonso il Saggio, intitolato: Il Libro del Tesoro, scritto con diligentissima cura nella vecchia lingua spagnuola; vidi, lasciatemelo ripetere, vidi, io coi miei occhi inumiditi, e premendomi una mano sul cuore che mi batteva forte, vidi un libro, un trattato di cosmografia e di astronomia, in latino, coi margini coperti di note scritte dalla mano di Cristoforo Colombo.

Mentre questi pensieri passavano l'un dietro l'altro, lenti e neri come un funerale, nella mente di Vincenzo, il tempo concesso al cómpito latino scorreva, e sulla pagina bianca non c'erano che delle lagrime che gonfiavano in vari punti il foglio.

Un nuovo e più vivace elemento entrava nella vita di Guido Laurenti. Era una bella e nobile vita la sua, intelligente, studiosa, operosa, e si disponeva acconciamente a diventar feconda d'intendimenti generosi. Ma il calore non c'era; non c'era quella tal cosa che fa dire col poeta latino: «spiritus intus alit». Egli era, se posso giovarmi del paragone, come un bel disegno senza colore, o come un bel paese senza luce, il che poi torna lo stesso, imperocchè i colori non sono che le sette persone di quella santissima Settenit

Ne l'altra piccioletta luce ride quello avvocato de' tempi cristiani del cui latino Augustin si provide. Or se tu l'occhio de la mente trani di luce in luce dietro a le mie lode, gia` de l'ottava con sete rimani. Per vedere ogni ben dentro vi gode l'anima santa che 'l mondo fallace fa manifesto a chi di lei ben ode.

E s'io non fossi impedito dal sasso che la cervice mia superba doma, onde portar convienmi il viso basso, cotesti, ch'ancor vive e non si noma, guardere' io, per veder s'i' 'l conosco, e per farlo pietoso a questa soma. Io fui latino e nato d'un gran Tosco: Guiglielmo Aldobrandesco fu mio padre; non so se 'l nome suo gia` mai fu vosco.

E, a dichiarare come Virgilio del limbo sia mosso, è da sapere, come giá dicemmo, esser due mondi: l'uno si chiama il maggiore e l'altro il minore, come ne mostra Bernardo Silvestre in due suoi libri, de' quali il primo è intitolato Megacosmo da due nomi greci, cioè da «mega», che in latino viene a dire «maggiore», e da «cosmos», che in latino viene a dire «mondo»: e il secondo è chiamato Microcosmo, da «micros», greco, che in latino viene a dire «minore», e «cosmos», che vuol dire «mondo». E, ne' detti libri, ne dimostra il detto Bernardo il maggior mondo esser questo il quale noi abitiamo, e che noi generalmente chiamiamo «mondo», e il minor mondo esser l'uomo, nel quale vogliono gli antichi, sottilmente investigando, trovarsi tutti o quasi tutti gli accidenti che nel maggior mondo sono.

Un'idea dell'accanimento de' nemici di parte contro il poeta è da rilevarsi dallo stesso opuscolo di un suo contemporaneo, il frate Vernani, da noi ripubblicato e tradotto dal latino, nel quale l'autore del De Monarchia è chiamato «ignorante» e dipinto, scusate se è poco, com'uomo di mal'affare. Gi

Un altro aneddoto ancora più caratteristico. Il figlio d'un ministro argentino si trovava a Napoli con un amico italiano, ora stimatissimo professore di latino a Buenos Aires, e passeggiando per la citt

Siamo i savi di cui parla Lucrezio, che stanno sulla riva a guardare la brutta figura degli altri. Suave mari magno, turbantibus aequora ventis E terra magnum alterius spectare laborem. Vedete, padre Bonaventura, che anch'io so parlare latino, quando bisogna. La citazione è profondamente egoistica; ribattè il padre Bonaventura.

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