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Marco era pensieroso: pareva non potesse decidersi a parlare. E così, lasciaste Pesaro allora? domandò, come per dir qualche cosa. ; mi recai qui a Rimini, perchè ella non sapesse ove io fossi: non per me, che di me poco preme, ma i miei figli.... Ah Marco! che sar

Devi perdonare all'eccitazione de' suoi nervi disse la signora Valeria. Ah se aveste ieri sera confuse le vostre lacrime!... Non ne avrai colpa... non ti giudico... Ma il Signore ha voluto aggravar doppiamente la mano sopra di noi... Mi concedesse egli almeno di riuscire a far che vi lasciaste in buona armonia!

Perchè non lasciaste a noi la cura di saldare i nostri conti vecchi col Cènci? interrogava Olimpio. E Marzio, freddo, soggiunse: Questo è caso da assicurarcene bene ; e s'incamminò verso la prigione.

Così dicendo egli levava in alto le braccia nude, facendone spiccare i muscoli poderosi. Ma non lasciaste voi parenti colaggiù e come abbandonaste la tenda del padre vostro in riva all'Uruguay?

Chi poteva trattenerla così?... Riconoscendo donna Livia, diede in un dirotto pianto. Voi! mormorò tra i singhiozzi, e con amara ironia verso stessa, aggiunse: Oh infatti! niuno fuori che voi poteva interessarsi a me. , io, che il cielo scelse per salvarvi. Perchè non mi lasciaste morire? Ma non potrete impedirmelo sempre.

MITIETO. Voi m'avete cosí bene espresse le parti d'Erasto ch'essendo io assente le contemplo, e non vedendole le ho innanzi agli occhi. CINTIA. Ahi, pessima mutazion della mia vita! MITIETO. Talché da una cosí virtuosa emulazione vi lasciaste cadere in cosí ardente passione?

Ella così parlò: quinci secura Di quel buon cavalier fu la salute, Mentre cadean ne la battaglia dura Tanti baron tra le saette acute. Svegliare intanto Turacan procura Entro gli assalitor forza e virtute, Ed il suo stuol ne la cittate invìa, A cui dincontra il gran Orsin sen gìa. Perchè lasciaste, o di Gesù campioni, Sul fior de gli anni la paterna sede?

Lo so: io devo raggiungere in un angolo dello spazio le vostre corse disinvolte, o Stelle, e sorpassarvi, poichè lasciaste le strade di luce che vi son consuete, e correte lontano agitando le braccia in segno di sfida! Io vedo il grande vortice e la corrente che sospinge le vostre coorti di fuoco... I vostri gesti azzurri a un tratto si moltiplicano fra la cupa architettura delle nubi rugose, simulando grevi tetti e porticati profondi! È ben questo un complotto di guerrieri in maglie d'oro a un romoreggiante quadrivio di citt

GIACOCO. volea mettere no spruocco allo pertuso se non ci rispondevi tu e bolivi danari: ca te venga la visintieria e ti si secchi la lengua quanno li nuommeni! CAPPIO. Una dozina di ducati che ne lasciaste sarebbe ben poca. GIACOCO. Squágliamete denante, ca puozze sparafondare, ca m'hai dato na pommardata dintro l'orecchia.

CAPPIO. Padrone, vorrei lasciaste cotesto prologo, e pensiamo allo scandolo che sia per avvenirne quando saprá il pedante che Altilia sia stata trafugata e toltole l'onor suo; e sapete che Antifilo, vostro contrario, non sta con le mani a cintola, ché una ne pensa l'oste e l'altra il pellegrino. L'aiuterá per la gelosia che lo rode.