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ALBUMAZZAR. Ma avertite che, doppo fatta l'opra, vo' la catena d'oro promessame per elemosina delle mie fatiche. PANDOLFO. Le cose son troppo care. ALBUMAZZAR. Tanto le dolcezze d'amore saranno piú care, perché costono; amore e avarizia stanno bene insieme. PANDOLFO. Orsú! prometto, doppo che avete trasformato il servo, donarvi quanto vi ho promesso.

Don Gualtieri, o don Volpe, ognuno ascolta. Perocché, avendo avuto da Ruggero cento zecchini di nascosto in dono per il maneggio, faceva pensiero anche munger ciascun senza perdono. E perché tutti nel loro mestiero van profferendo al prete un util buono se gli faceva aver l'opra in lor capo, Gualtier sta ritto come il dio Priápo.

E sbigottito e sfortunato campo E senza re, quale indi aver può scampo? Quì fa punto al parlar, più dicea Agitercano. Ed AMEDEO, vedendo Che Folco a quel parlar non rispondea, Disse: guerrier, le tue ragioni intendo; L'opra del re fu scelerata e rea; Il tuo disdegno io volentier commendo: Ma non vuò, che di pregio e che di gloria Si scemi con tua man nostra vittoria.

ALBUMAZZAR. ... cosí alcuni capponi, piccioni e vini bianchi per spruzzar sul foco, come chiarelli, grechi, vernacce, e quanto piú vecchio e brillante tanto migliore, e con quanta maggior abbondanza tanto l'opra sará piú agevole a riuscire: che in queste cose «chi piú spende manco spende», e «se non si fa oggi non si fa in cento anni», perché è la massima congiunzione di pianeti.

Di soave colore altri s'indora, Altri splende ceruleo, altri appar bianco, Ma pur ciascun vivamente odora, Che l'umano vigor ne divien franco; Cogliene alquanti, ed in brevissim'ora Torna al guerrier ne le vittorie stanco, E l'esorta MAURIZIO a fornir l'opra, Che caro il rende al gran Signor di sopra.

Ersero quì di bianca rupe e dura, Colonna sposta a' guardi anco lontani, Su cui del famoso uom l'aurea figura Giunte levava al cielo ambe le mani: Ma ne la base non vulgar scultura Segna le vie de gli esercizii umani, Dando a veder, ch'al gran Signor di sopra Servesi or col pensiero ed or con l'opra.

Oh! largite gli sieno Tutte le grazie che Virtù si merca; E quaggiù dove par la Sorte rida Svolgendo a suo talento Ogni merto, ogni vita ed ogni evento Non mai stilla si perda Della memoria sua santa e devota, Ma ne' suoi cari l'opra sua rinverda.

S'armava e tacea tuttavolta il re d'Aragona, quando l'isola si sollevò; restando sepolti per sempre in quel cupo animo i primitivi disegni; che tal non sembra la finta guerra d'Affrica, perch'ei non avrebbe operato da savio a tacerla pertinace al papa e a re Filippo, con certezza di fomentare i sospetti. Ritraesi inoltre, che segretissime pratiche avesse ei tenuto col principe di Costantina; il quale minacciato dal re di Tunisi, gittavasi a implorar cristiani aiuti, e a Pietro , profferia riconoscerlo per signore, e aprirgli la via a larghi acquisti in Affrica, dove alle armi d'Aragona si sarebber voltati i moltissimi cristiani che a' soldi di Tunisi militavano . Sia dunque che Pietro tentasse doppio gioco, d'Affrica e di Sicilia, o che macchinasse quella impresa come scala a quest'altra, cominciò a scoprirsi alquanto con mandare un oratore a chieder al papa aiuti per guerra contro Saraceni: a che non rispondendo Martino , l'Aragonese in fin di primavera, quando gli erano pervenuti senza dubbio gli avvisi de' fatti di Sicilia, affrettò ogni suo apparecchiamento alla guerra. L'opra d'un mese, dice Montaner, in otto fornivasi sotto gli occhi del re. Adunossi picciola forza di cavalli, e molta di eletti fanti leggieri : la più parte dell'oste si trovò a porto Fangos presso Tortosa il venti maggio : e allor Pietro con estrema cura ogni cosa ordinò all'assetto della regia casa e del regno. Accelera il matrimonio d'Alfonso suo con Eleonora figliuola d'Eduardo I d'Inghilterra; deputando i vescovi di Tarragona e di Valenza a dare per lui il paterno assentimento . Destina a reggenti dello stato il medesimo Alfonso e la regina Costanza. Fa testamento, con istituire Alfonso erede de' reami d'Aragona e Valenza e del contado di Barcellona: e leggiamo ancora che di presente ne cedea la sovranit

Con un sol cenno, è ver, l'Onnipossente Può governar gl'innumerati mondi, Scevro d'ausilio di creata mente; Ma più degno è di lui ch'ami e fecondi L'universo d'angelici Intelletti, Di cui l'opra sue grandi opre secondi. Ei così volle, e spirti a lui soggetti Adempion suoi decreti in ogni loco, Quali a premiar, quali a punire eletti.

Vieni con me; per l'infinita via L'Ozio non poltre, e non sbadiglia Imene; L'opra e l'amor son la ricchezza mia, Mio cibo il ver, la libert