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"Non crediate intanto trovar scusa in faccia agli uomini, protestando ch'era vostra intenzione di battervi col Palavicino; dopo che avete prezzolati sicari per farlo assassinare, dopo che con perfido mezzo l'avete tirato nell'insidia, non avete più nessun diritto all'altrui fiducia; se aveste sempre operato di lealt

ALBUMAZAR. Voi desiderate saper d'un certo Guglielmo si sia vivo o morto, il quale vi avea promesso Artemisia sua figlia per sposa, e voi a lui Sulpizia per contracambio, e se ne andò poi in Barberia. PANDOLFO. Me l'avete tolto dalla punta della lingua. Ma che motivi or vedo?

Ah! continuò Olga non meno placidamente lo sapete? Ma l'avete detto tante volte.... sfido io. Non mai abbastanza, mio caro. Quando si hanno delle fortune di questa entit

Povera Silvia! riprese ella dopo qualche istante. Voi l'avete veduta prima d'oggi, vi ricordate come era! E adesso! Guardatela. Non sono più di quattro mesi che essa ha incominciato a deperire così; fu dal giorno in cui mio genero è entrato la prima volta nella nostra casa. Ora che avrebbe potuto essere così felice; essa che lo ama tanto, che ne è tanto amata! Ditemi, vi pare che potr

Oh bella!... che ve l'abbiano portata via. È una cosa curiosa, sapete, che ve ne siate stancato così, mentre, non c'è che dire, è ancora un fior di cavalla! E l'avete proprio voluta cedere al Duca!... Chiss

DON FLAMINIO. Se vi fusse piú tempo, ve lo farei udir da mille lingue; ma perché viene la notte piú tosto che arei voluto, venete meco alle due ore, che andrò in casa sua: vi farò veder le sue vesti e i doni che l'avete mandati, e ce ne ritornaremo a casa insieme. DON IGNAZIO. Se me fate veder questo, farò quel conto di lei che si deve far d'una sua pari.

Ah! eccomi giunto al mio secondo caso, riprese Franz von Rödrich, dopo aver lasciato dire gli amici fissando le vaghe forme vaporose che si disegnavano all'orizzonte. Una creatura vivente, e di che vita intensa, acuta e torturante! Voi non l'avete conosciuta. Il suo nome? Che cosa importa! Ella si chiamava la Leggiadria, la Grazia, l'Incanto. Nulla, in lei, di regolare e di previsto; il volgo la giudicava brutta. Ella era bella, della sovrumana bellezza consistente nell'espressione, nella simpatia, nell'anima rivelantesi dagli sguardi, dalla voce, dalla stessa attitudine di un corpo flessibile, ondulante, superbamente modellato. Dal primo giorno che la vidi, una dolcissima intimit

LELIA. Se quella povera giovane fu prima vostra innamorata, e anco piú che mai v'ama, perché l'avete abbandonata per seguire altri? Il qual peccato non so se Iddio ve lo possa mai perdonare. Ahi, signor Flamminio! Voi fate, per certo, un gran male. FLAMMINIO. Tu sei ancora un putto, Fabio, e non puoi conoscere la forza d'amore.

Lasciate un po'... Quando si trova dopo tanto tempo un compatriota!... Quella villetta dove ora siete è vostra? l'avete comperata? Matteo scosse dolorosamente la testa. Oibò. Ci sono al servizio del signor Marone. Davvero! Sicuro. Saranno tre anni a San Martino. E vi ci trovate bene? Ci avete dei buoni guadagni? Eh l

BALIA. Che volete saper da me meschina? io non so nulla. ERASTO. Narra quanto sai di me e della figlia di questo gentiluomo. BALIA. Non so che dirvi. ERASTO. Tu non sei stata la mezana tra me e Amasia e principio de' nostri amori? non sai come sia meco giaciuta e sia mia moglie? BALIA. L'avete detto voi: a che vi giova che lo redica? ERASTO. Vo' che l'accerti in presenza di suo padre.