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Aggiornato: 15 giugno 2025
Io mi sono stillato il cervello per darti una moglie, mi metto a questi passi col po' di sole che c'è, con questo po' di marrani paesani tuoi che farebbero ingiuria al paradiso; tutto per venirti a vedere...: e tu mi fai l'accoglienza del lupo?
TRASIMACO. Troppa ingiuria fai tu alla mia liberalitá, ché sai che non tengo le mani chiuse, quando bisogna. Portami la risposta e vieni a mangiar meco, ch'io fra tanto farò porre in ordine e arò protezion del tuo ventre. GULONE. E io fra tanto porrò in ordine l'appetito. TRASIMACO. Vuoi che ci sia della lacrima? GULONE. Della lacrimissima. TRASIMACO. Del greco? GULONE. Del grechissimo.
40 Se da Iocondo il re bramava udire onde venisse il subito conforto, non men Iocondo lo bramava dire, e fare il re di tanta ingiuria accorto; ma non vorria che, più di sé, punire volesse il re la moglie di quel torto; sì che per dirlo e non far danno a lei, il re fece giurar su l'agnusdei.
Il mio parentado, appena venne avvertito del mio proponimento infuriò contro me, quasi fossi per commettere qualche gran sacrilegio; e chi mi chiamò a considerare la ingiuria del sangue, e chi la nobilt
48 Chi d'una fromba e chi d'un arco armato, chi d'asta, chi di spada, al lito scende; e dinanzi e di dietro e d'ogni lato, lontano e appresso, a più poter l'offende. Di sì bestiale insulto e troppo ingrato gran meraviglia il paladin si prende: pel mostro ucciso ingiuria far si vede, dove aver ne sperò gloria e mercede.
Una forza maggiore di lei la indusse, nel ritorno, ad avviarsi dalla parte ove abitava il giovine soprastante. Era forse desiderio d'incontrarlo? E che gli avrebbe detto? E s'egli, ormai alla disperazione, le avesse fatto ingiuria?
Non pigliarlo, figlio, ad ingiuria ma a soverchia affezion che portava al nome tuo: quella m'appannò gli occhi e quella sola mi fe' ricevere altri in tuo nome. EUGENIO. Bastami solo, madre, che m'ami e che dopo tanti travagli mora nella patria e fra' miei parenti.
Vi vo' prestare il mio nome di Carisio per un anno, per quattro e dieci, e non ne vo' cosa alcuna né che me ne abbiate pur un minimo obligo. NARTICOFORO. Certo che sète uomo frugi e di molta comitate: d'oggi innanzi vi vo' per ero e per amico. APOLLIONE. Vengasi di grazia all'altra ingiuria che avete ricevuta.
Benedicite, che in ogni altra occasione si sarebbe recato di questa diceria come di ingiuria gravissima alla memoria della sorella, or la lasciava correre, come quella che gli pareva una consacrazione del diritto di successione. Onore umano, come cangi spesso di nome e di luogo!
Giù bestemmie nel flic-flac delle pozzanghere. Tutto si pigia, si urta, urla, capitombola e ingiuria nella notte buia che vuol perfezionare l'impantanamento con una sua pioggerella lenta lenta. S'inzuppa così di lagrime nere la villa piena di fascino tragico. Questo pantano forse non è che povera carne tumefatta intorno a quella ferita dolorante. Le blindate sono ferme, invischiate. A cento metri il lume di una fattoria. La svegliamo con grandi urli. Nell'impossibilit
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