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Aggiornato: 17 maggio 2025
Per una di quelle combinazioni che noi sogliamo attribuire alla scarsa immaginazione dei romanzieri in impiccio, ma che sono frequenti nella vita più che non si creda, alcune settimane dopo, io, che non avevo mai avuto occasione di incontrarmi con la mia bella bruna, mi trovavo faccia a faccia con lei presso una famiglia di comune conoscenza. La padrona di casa mi presentava.
«Era Gualfardo. Pensai che, per un carattere freddo e chiuso come il suo, aveva fatto molto a domandare che lo lasciassero passare entro lo scalo per incontrarmi un minuto prima, e quel pensiero mi serrò il cuore come un rimorso. « Come va, Gualfardo? gli dissi. « Bene, bene, e voi? Passate di qui, a destra. Il vostro, biglietto?
Mia madre, venuta ad incontrarmi all'arrivo, mi aveva abbracciato con straordinaria commozione. Sei stato malato? Avevo tale cera da giustificare l'ansiosa domanda. Ero pallido, dimagrito, e la grande tristezza che non sapevo dissimulare aumentava la mia aria di sofferente. No, mamma risposi.
Si soffoca nella mia blindata. Salto fuori per respirare pensando a un'altra donna che fa la matta nella sua ultima lettera. Si chiama Bianca, è bionda, fiorentina, sensuale, sta a Palermo, spera di incontrarmi a Napoli. L'ho amata, ma la sua natura bizzarra piena di svolte misteriose, sincerit
E come dovette disprezzarmi ancora più, quando al mio giungere, tutta assorta nelle passioni che mi tempestavano nell'anima, io non m'ero neppure avveduta del deperimento del mio povero babbo; non avevo domandato perchè, giubilato da circa un mese, e senza impegni, non fosse venuto egli stesso ad incontrarmi.
« Torino! Porta Susa! Chi scende! Porta Susa! «Queste grida ripetute a varie distanze e lo spalancarsi della portiera, mi strapparono alle mie fantasticaggini. Scesi dalla carrozza e mi avviai all'uscita, triste, confusa, umiliata all'idea di incontrarmi con Gualfardo. «Avevo fatti pochi passi, quando sentii prendermi di mano la valigia, ed udii una voce ben nota dirmi: « Ben tornata, Fulvia.
Non v'è cosa più comune che udire esclamare: «quell'uomo non mi piace non vorrei incontrarmi per via con quella persona mi fa paura d'innanzi a lui io non sono più nulla ogni qualvolta mi sono imbattuto in quell'uomo mi è accaduta una sventura.» Nè questa fede che si presenta sotto tanti aspetti, che quasi non avvertiamo, che è pressochè innata con noi come tutti gli istinti di difesa che ci ha dato la natura, è sentita esclusivamente da pochi uomini essa è, in maggiori o minori proporzioni, un retaggio naturale di tutti.
CRICCA. Bisogna menar i piedi, non le mani. PANDOLFO. Mi sento venir meno. CRICCA. Vi perdete nella felicitá. PANDOLFO. Pensando che ho da incontrarmi con Artemisia io moro. CRICCA. Che fareste se aveste ad affrontarvi con un toro, se avendo ad affrontarvi con una vacca morite? PANDOLFO. Oimè, l'astrologo ha saputo trovare il felice punto per transformare il vignarolo!
Niente di più lodevole, di più onesto! Grazie. Ora, capisce, non vorrei incontrarmi per nulla con Gerolamo; neppure vorrei ch'egli sapesse che cerco di Peppino. Lei, dunque, dovrebbe farmi un piacere. Io resto abbasso, sul portone; lei sale, bussa e domanda: C'è Peppino Bonaiuti?... Ho capito! lo fo chiamare e gli dico che lei è giù nel portone e che....
Così non riuscì al Lautrec nè di trarre, per allora, nessuna vendetta di me, nè della duchessa, che s'era chiusa in castello e assai bene fortificata, e due dì dopo, avendo le truppe francesi abbandonato quel paese, anche lui, sebbene per le ferite non potesse reggersi, dovette lasciarsi trasferire in Francia, dove il re lo aveva richiamato, conducendo seco un suo fanciullo di pratica altamente secreta, e intorno al quale correvano per Rimini molte e diverse voci; d'allora in poi più non ebbi ad incontrarmi con lui; ma alla battaglia di Novara, dove la barbuta savoiarda mi ferì a tradimento, subito mi venne in mente il Lautrec, e ho tentato ogni mezzo per cavar di bocca la verit
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