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Aggiornato: 10 giugno 2025


Nella sua Fin de Satan, Victor Hugo immagina che quando l'arcangelo ribelle piombò giù dal cielo, una penna delle sue ali rimase, pura e candida, all'orlo degli abissi interminati. Un angelo la raccolse, e, rivolto al cielo sublime, lanciò, con carit

Io adoro Victor Hugo: Spasimo per le antitesi! Ed io pure mormorò il dottore. «Al momento dunque in cui riceverete questa lettera, io sarò con la mia antitesi in una sedia di posta sullo stradale d'Inghilterra, ove andiamo a maritarci

Bambina sapeva molto, senza dubitarsene. Ciò teneva all'abitudine di suo fratello che pensava e leggeva ad alta voce, non importa che, da una ballata di Hugo, un poema di Byron, un dramma di Shakespeare, un romanzo di Balzac fino alle severe lezioni della storia, della filosofia, della teologia, dell'economia politica, della scienza della natura. Di tutta questa scienza, di tutta questa poesia restava molto nello spirito di Bambina, la quale, non essendo distratta altrove, essendo tenuta a parte dal contatto della gente grossolana del borgo, occupava l'attivit

«Vittor Hugo è certamente uno di quelli scrittori che ispirano un più ardente desiderio di vederli; perchè i suoi cento aspetti di scrittore ci fanno domandare ogni momento a quale di essi corrisponda il suo aspetto d'uomo. Sar

La voce stridente di Clarissa s'interpose: Nancy! Aldo non fa che leggere i tuoi versi giorno e notte. Li ha anche messi in musica! Deliziosi! potrebbero essere di Tosti o di Richard Strauss o di Hugo Wolff! Faglieli cantare. Poi Clarissa veleggiò intorno alla sala, salutando i poeti, molti dei quali conosceva, e facendosi presentare l'inglese, Mr Kingsley.

Se invece di essere Vittor Hugo che ha scritto questa frase fossi io, a quest'ora mi avrebbero condotta al manicomio. Un profondo rumore che soffia? E nella regione inaccessibile? Ma cosa vuol dire? La si capisce così a occhio e croce; ma è genio codesto?

Lo sguardo fisso di Vittor Hugo mi turbò, tutte le mie belle idee scapparono, e non dissi altro che questo... Insomma, bisogna ch'io lo dica. Io gli domandai se era stato a vedere l'Esposizione! E rimasi l

Mentre m'abbandonavo a questi pensieri, sentii tutt'a un tratto che tutti s'alzavano e salutavano. M'avvicinai anch'io a Vittor Hugo, gli presi la destra con tutt'e due le mani.... e non potei dire una parola. Ma egli mi guardò e mi comprese, e disse, stringendomi la mano, e fissandomi con uno sguardo sorridente e un po' triste: Addio, caro signore. Poi soggiunse: No, addio.

È un giovane ben piantato; solidement bâti; un po' somigliante, nella travatura delle membra, a Vittor Hugo; più grasso, non molto alto, ritto come una colonna, pallidissimo; e la sua pallidezza apparisce anche maggiore per effetto della barba e dei cappelli neri, che gli stanno ritti sulla fronte come peli di spazzola.

Descrivervi questa centième del dramma di Vittor Hugo, non si può; io son uomo da tentar l'impossibile. Vi schicchero alla buona le mie sensazioni, e non tutte, perchè in verit

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