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Ricostruire, ecco il motto della scuola positivista; Michelet invece aveva detto: la storia è una resurrezione. Hai letto lo Shakespeare di Victor Hugo? No, non importa. Victor Hugo falsa Shakespeare col proprio riflesso, ma penetra nella sua anima.

Perchè mai? mi domandò gentilmente. Vittor Hugo è così dolce, così affabile con tutti! Egli ha il cuore d'una fanciulla e i modi d'un bambino. Tutto quello che v'è di aspro e di terribile nei suoi libri è uscito dalla sua grande immaginazione, non dal suo cuore. Non vedete che gli trapela la dolcezza dal viso? Guardatelo. Lo guardai.

Ragazzo, appena finito di leggerla, io domandavo a chi ne sapeva più di me: «O come ha fatto Victor Hugo a risaper tutto quel che è avvenuto a bordo della Mattutina dal momento della partenza fino al naufragio, se nessuno è sopravvissuto per dargliene la notizia e se nessun altro poteva esser presente, in mezzo al mare?» E quelli che ne sapevano più di me, mi rispondevano: «È tutta forza di fantasia e di imaginazione

Ora, se uno scrittore mi fa vedere realmente un'esistenza pazza, riesce realmente a darmi la visione dello stravagante, io non domando di più per trovare in lui del genio. «Non mi piace il procedimento impiegato dall'autore, e non discuto la sua esagerazione spesso di cattivo gusto. Egli possiede d'altronde tutti i difetti di Victor Hugo, ma sta con regale disinvoltura nel disordine.

La poesia immortale ha protetto la vita di uno di quegli oscuri eroi per salvare dall'oblio quella parola che nessuno de' suoi più grandi poeti, da Valmiki a Firdusi, da Omero a Dante, da Shakespeare a Hugo nelle più fervide ispirazioni del genio avevano saputo trovare, e che l'eroico colonnello pronunciò davanti ai proprii morti nell'oblio del mondo, per la civilt

Un artista, un autore, che vi era invitato, mostrava la lettera del principe come un poeta mostra una lettera di Victor Hugo. Era un diploma che dava delle ali. Essere stato al ballo del principe, costituiva una patente di nobilt

V. Hugo. Se nel crocicchio d’una via deserta O in mezzo al mondo gaio e spensierato Incontrate un bambino abbandonato, Pallido il viso e la pupilla incerta; Che d’una madre il bacio ed il consiglio Abbia perduto, e pianga su una bara La memoria più santa e la più cara, Oh, portatelo a me!... Sar

«Ehdisse l'uomo squadrandomi. Vidi che mi credeva una mendicante e che stava per mandarmi via. «Ditele, ditele in fretta», aggiunsi, «che... che Hugo Wolff mi ha detto che potevo venireCerto qualche cosa nel mio viso oh mamma! nel mio disperato viso toccò una corda umana in quel pomposo automa. Andò diritto alla porta del salone, bussò piano, ed entrò a portare il mio messaggio.

«Denarichiese lei. «.» «Quanto vi occorre?» «Cinque dollaridissi io. Essa sorrise. «Così poco? Sarei lieta di fare di più per un'amica di Hugo Wolff

Il Rubieri per spiegarmi la cosa mi diceva che i romanzi di Vittor Hugo vogliono essere tutti poemi cosmici, e che egli crede in buona fede di essere il nuovo Cristo delle miserie umane; ma se è così egli è un Cristo che ritiene i suoi discepoli e i suoi lettori altrettanti badaux, che lo devono capire a lume di naso.