Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 31 maggio 2025


Se si guardava nello specchio, si sgomentava della sua tinta terrea, dei suoi occhi infossati, delle sue guancie cascanti; gli pareva di sentirsi vecchio e attribuiva alla breve astinenza quello ch'era effetto del lungo libertinaggio.

Arcano impasto di gagliardia e di debolezza, le sue guancie conoscevano il rossore della vergine, i suoi occhi avevano i lampi della collera. A quel subitaneo e risoluto drizzarsi della sua testa orgogliosa, a quel guardarmi in volto fisso, alla frequente ansia del suo petto, mi si rivelò tutta la selvaggia natura di quell'anima di fuoco.

La voce del frate erasi animata a questo parlare, come anche il color delle guancie; egli se n'avvide, chinò il capo e tacque. Ma Franciscòlo, punto non mostrandosi convinto alle parole dell'amico: , fr

La voce rispose, dolce e lieve: Ti ascolto, figlia mia, come ti ascolta tua madre di lassù.... Allora, ella ruppe pianamente in pianto. Gli occhi aridi, le guancie ardenti, erano tutti irrorati dalle lacrime, l'eccitazione dello spirito trambasciato si risolveva in quella crisi benefica. Madre mia!... Madre mia!... Che buona parola!... Come fa bene poter piangere!... Sarò dunque perdonata?...

Grazie, mia buona Antonietta, grazie! E così dicendo, la signora Argellani aperse gli occhi del tutto, provandosi a guardare. La prima cosa che vide, fu lo stato suo, la persona discinta; e una fiamma pallida e lieve le serpeggiò sulle guancie.

LECCARDO. Oimè, quella faccia piú bianca d'una ricotta, quelle guancie piú vermiglie di vin cerasolo, quei labrucci piú cremesin d'un presciutto, quella..., ahi! che mi scoppia il core,... DON FLAMINIO. Che cosa? sta male? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Ecci pericolo della vita? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. È morta? LECCARDO. Peggio! DON FLAMINIO. Che cosa piú peggio della morte?

Al che l'altra non rispose se non arrossendo e chinando il capo sulle guancie del suo bambino. Continuava a piovere, e dalla finestra che dava sui campi la massa verde degli alberi luceva, morbida e vaporosa, con dei contorni da pastello. La fattora, rimesso il piccino nella culla, si diede a rattizzare il fuoco: Il mio uomo se la prende tutta! Marta pensava come avrebbe fatto a tornare a casa.

Il principe stava immobile, come una statua, quasi fosse privo d'ogni sentimento; Diana piangeva a dirotto; due grosse lacrime rigavano le guancie di Roberto. Egli era il solo al mondo nel cui cuore fosse rimasto un palpito d'affetto per quella creatura.

MANGONE. Se la vedeste adesso, non la riconoscereste, cosí son gli occhi scoloriti e le labra smorte e sparito il fior delle guancie. Io son furbo e conosco al naso le sue infirmitá. Ella sta martellata di Pirino; e quando intese ch'era stata compra da voi, trafitta dalla disperazione, le venne quello accidente.

Voi mi somigliate, Saraceni d'Italia dal naso possente e ricurvo sulla preda afferrata con forti denti futuristi! Ho come voi le guancie bruciate dal simùn, l'incedere elastico dei felini tra l'erbe, e lo sguardo che batte e respinge nell'ombra le schiene viscose, furtive, del poliziotto e dello scaccino! Voi schiudete con gioia le trappole bieche come noi le schiudiamo! Rodano pure i sorci i nostri manoscritti, poi che questo volante motore scrive nel cielo più alto strofe d'oro e d'acciaio, lucenti e definitive! Ognuno voi sa fare un'altera giustizia intorno al suo grande Io dominatore e indomabile. E la pesante macchina sociale vi fa schifo, vi fa piet

Parola Del Giorno

dell’esule

Altri Alla Ricerca