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Aggiornato: 16 giugno 2025
Allora ella sedette su l’orlo del letto, piegata su me, reggendosi ad un gomito che affondava nel guanciale. Non ricordo bene cosa disse... molte parole, delle quali sentivo sopra tutto il fiato; il fiato caldo, vicino, insistente, gonfio d’una specie di grido represso, che mi toccava come tocca una mano, come un labbro bacia, come un amante si d
E vedevo il suo volto pallido, e le sue braccia candide abbandonate sopra il guanciale, e i suoi capelli disciolti, e le sue labbra di rosa, e sulle sue labbra quel sorriso e quella parola: Eugenio.... Mi sollevai sbigottito, ebete, senza quasi aver coscienza di me medesimo.
Per la qual cosa volgendosi loro, con voce spenta favellò: Dite al Governatore Taverna che avete trovato un morto, il quale non muterebbe la propria sorte con quella di lui. E abbandonatosi sul guanciale rese l'anima al Creatore.
E la sua testa, che pure aveva trovato l'energia di rialzarsi, quasi per isfuggire a quella mazzata brutale: la sua povera testa deformata dalla magrezza, ricadde sul guanciale pesantemente, come cosa morta.
Esitai un istante; e poi volli domandarle, alludendo al dialogo avvenuto una sera sotto gli olmi: Hai pregato Iddio? La voce mi tremava forte. E chiuse gli occhi, e si voltò sul fianco, affondò la testa nel guanciale, si ritrasse, si ristrinse in sé stessa sotto le coperte, come presa da un gran freddo. Verso sera andai a rivedere Raimondo. Lo trovai su le braccia di mia madre.
La tua cuna, la morbida coltricina ti aspettano invano stasera, ben mio; pure hai le mie ginocchia per letto, hai per guanciale il mio seno: il seno di una madre: puoi tu desiderar di meglio? Oh no? Tu poppa in pace. A me sola i guaj, a me la tempesta, a me l'inferno. O Signore! O Madonna santa!
Chérie dormiva, fra la bionda aureola dei suoi capelli, un po' diffusi sul guanciale: la lampada veneziana, presa da un palazzo ducale, ardeva ancora nei suoi foschi vetri di un verde oscuro, quando gi
Appena ci vide, rizzossi alquanto sul guanciale, e traendo dalle coltri un braccio più candido dell'alabastro, ne fece appoggio alla testa, da cui un'onda di neri capelli si spandeva sugli omeri e sul petto. Il Birecchi mi aveva decantata la bellezza maravigliosa di quella donna; a me parve divina.
Poi ci pativa tanto a lasciarci. Non si lagnava, simulava indifferenza, ma di notte piangeva e io trovavo l'indomani il guanciale bagnato dalle sue lagrime. »Ella non era nata per quel mestiere. »Un'altra, che fosse stata di quella razza, al suo posto si sarebbe leccate le dieci dita.
« Vorrei prendere un guanciale dal letto. « Ma ve ne prego! «Entrai in camera, presi il guanciale, tornai ad augurarle: « Buona notte! « Buona notte! «E chiusi l'uscio dietro di me. Avrei potuto indugiarmi ancora per dirle: «Non è incredibile questa nostra situazione?
Parola Del Giorno
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