Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 7 giugno 2025
Don Gualtier lo consola e lo conforta, dicendo: Ella fia forse in sulla porta. Usciam di qua, tenete sodo il viso, perocché noi farem la scena grande; statevi ritto, talor fate un riso, fingete il dilleggino alle dimande. Piacque al marchese del prete l'avviso: rasciuga il pianto da tutte le bande; ma gli occhi tondi aveva tanto rossi e gonfi che parevano percossi,
Altro non penso ed altro non ragiono che fatti da lui scritti quella volta. Ora a Terigi ritornar fia buono, che la disfida del guascone ha tolta a esaminar col cappellan, dicendo: Tu vedi, prete: me tibi commendo. Prete Gualtier non era senza testa: conosce ben che il guascone era accorto; che il gradasso facea nella richiesta, perché Terigi era grassotto e corto.
Don Gualtieri, o don Volpe, ognuno ascolta. Perocché, avendo avuto da Ruggero cento zecchini di nascosto in dono per il maneggio, faceva pensiero anche munger ciascun senza perdono. E perché tutti nel loro mestiero van profferendo al prete un util buono se gli faceva aver l'opra in lor capo, Gualtier sta ritto come il dio Priápo.
Véstiti in lungo tosto, e m'ubbidisci: questa scritta nuzial restituisci. Poi della lettra e del guascon sfacciato gli narra. Don Gualtier facea stupori: poscia in veste talare s'è avviato alla magion di Risa a far rumori; e poiché il caso e il comando ha narrato del padron suo, la scritta trasse fuori. Sopra d'un tavolin la pose, e poi volge le spalle e va pe' fatti suoi.
E disse: Nulla non temete; a questa disfida io vi trarrò con lode in porto. Qui deluder convien l'arte con l'arte, come c'insegnan le moderne carte. Gli pose innanzi penna e calamaio, dicendo: Quel ch'io detto voi scrivete. Disse Terigi: Io scrivo tutto gaio; ma pensa a quel che detti, caro prete. Dicea Gualtier: Ho il guascon nel mortaio. Scrivete pur, ché non vi pentirete.
Ei così d'ira e di dolor fremea; L'altro buon cavalier poscia ch'udita Ha l'amica querela a dir prendea, Consolando in Gualtier gli aspri tormenti Con magnanimo suon di dolci accenti: XLIII
E finalmente il buon Terigi scrisse ciò che volle Gualtier, che cosí disse: 10 «Io Terigi, marchese e duca e conte e signore di eccetera, al guascone Filinor dice ch'egli ha le man pronte al duello minacciato e lo spadone; che sceglie il campo, e fia di lá dal ponte, di Senna in sulle rive, al torrione; ma avverto Filinor che prima impari che i duelli non seguon che fra pari.
Da' Nami avari, dagli Astolfi vani, da' Terigi grossier, dagli Olivieri, da' Rinaldi ebbri, da' divoti Gani, Avini, Avoli, Ottoni, Berlinghieri, e Guottibuossi e Gualtier cappellani, e tante dame e tanti cavalieri che a quelli di Turpino han somiglianza, mi salva: io non ho colpa né arroganza.
E dato cenno a don Gualtieri un giorno, che cappellan con Terigi si stava, di questo suo pensier e' parla adorno. Gualtier da Mulion non rinculava, anzi promise fare a lui ritorno, ma che se la faccenda bene andava, e' non saria contento a un par di guanti: poi disse mal del mestier de' pedanti.
Lacchè spedisce, e rintuzza, e rimbecca ch'ogni risposta è tarda e oscura suta, perché Rugger come un matto ha risposto: Ella verrá, se Dio l'avrá disposto. Non è da dir se Terigi s'affanna. Con don Gualtier si chiudeva a consiglio. Che di' tu, prete? dicea sulla scranna. Risponde il prete: Assai mi maraviglio.
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca