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Aggiornato: 7 giugno 2025
Dá d'urto negli astanti e fa contesa; s'è scordato il «con grazia» e il «con licenza»: fece rivolta come un Truffaldino, arrabbiato, grassotto e piccolino. Esce dal tempio alfine, a casa è giunto, e don Gualtier, suo mansionario, chiama. Prete gli disse, è questo il duro punto, ch'abbandono Marfisa, che non m'ama. Non m'ama, mi tradisce! Son consunto: si freghi dietro il suo titol di dama.
Gesú Maria! don Gualtier, giá si vede ch'io non so quel che fo né quel che dico. Pregato, il prete gli tornava amico. Cosí traendo il sangue al meschinello, ragion non gli rendeva mai del speso, dicendo: Anzi n'aggiunse il mio borsello, siccome un giorno il conto v'avrò reso. Terigi era per perdere il cervello; spesso da sé ragiona e sta sospeso.
Quivi disse Gualtier: quando in periglio Fan di se prova i cavalieri armati, Deh quale a noi si porger
Non vi tirate in casa quel demonio: di non volerlo gran ragione avete. Se passate con quello in matrimonio, perdio, marchese, rovinato siete. E un diavol che non teme sant'Antonio; ed io nol scaccerò, benché son prete. Liberatevi tosto dall'impegno, o fuggo via, da sacerdote indegno. Per caritá, Gualtier, non mi fuggire, disse Terigi; tu di' bene assai.
Ma che mi giovan tante belle scene, se la Marfisa non mi vuol piú bene? Cosí dicendo, si metteva a urlare come un fanciul che al culo abbia un cavallo. Prete Gualtier lo corre a confortare, gridando: Voi parete un pappagallo. Qui non vi convien piangere e gridare: cotesto amore alfin convien lasciallo. Di troppo offeso siete: io vi consiglio a lacerar la scritta dal periglio.
Parola Del Giorno
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