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Aggiornato: 2 giugno 2025


Oh! pare che le operazioni dell'elezione non sieno andate perfettamente in regola, mia bella elettrice; trovo qualcuno che ha avuto troppi, ma troppi voti, mentre che per il resto vi sono grandissime dispersioni, sicchè nessun altro ha raggiunto il numero legale. Qui ci deve essere stato un blocco ci è verso di annullare l'elezione? No? E allora parliamo di statistica.

Perchè io ancorchè, come ho detto, conosca benissimo così l'altezza dello stato suo, come la bassezza della condizione mia, presento umilmente con devotissimo cuore queste mie poche, basse e picciole fatiche, alle moltissime, grandissime e altissime virtù di lei, pregandola con tutto l'animo non al dono voglia a chi dona, ma a medesima riguardare. I. Al Duca di Firenze

Per avere un'idea della bellezza delle donne del popolo e della loro foggia di vestire, andai a vedere il giorno dopo la fabbrica di tabacchi, che è una delle più vaste d'Europa e conta non meno di cinquemila operaie. L'edifizio è di fronte al vasto giardino del duca di Montpensier; le operaie si trovan quasi tutte in tre grandissime sale, divisa ciascuna in tre parti da tre file di pilastri. Il primo colpo d'occhio è stupendo; vi si presentano tutte insieme allo sguardo ottocento ragazze, divise in gruppi di cinque o sei, sedute intorno ai tavolini da lavoro, fitte come una folla, le lontane confuse, le ultime appena visibili; tutte giovani, poche bambine; ottocento chiome nerissime e ottocento visi bruni di ogni provincia d'Andalusia, da Iaen a Cadice, da Granata a Siviglia. Si sente un brulichío come in una piazza piena di popolo. Le pareti, dalla porta d'entrata fino alla porta d'uscita, in tutte tre le sale, sono tappezzate di gonnelle, di scialli, di fazzoletti, di sciarpe; e, cosa curiosissima, tutto quell'ammasso di cenci che basterebbe a riempire cento botteghe da rigattiere, presenta due colori dominanti, tutti e due continui, l'uno sotto l'altro, come i colori d'una lunghissima bandiera: il nero degli scialli sopra, il roseo delle vesti sotto; misto al rosso il bianco, il porporino, il giallo; e par di vedere un'immensa bottega di maschere o un'immensa sala da ballo in cui le ballerine, per esser più libere, abbiano appeso al muro tutto ciò che non è strettamente necessario a salvare il pudore. Le ragazze si rimettono quei vestiti per uscire; per lavorare veston roba da strapazzo; ma ugualmente bianca o rosea. Il caldo essendo insopportabile, tutte s'alleggeriscono quant'è possibile, e perciò fra quelle cinquemila ve ne saranno appena una cinquantina delle quali il visitatore non possa contemplare a suo bell'agio il braccio e la spalla, senza tener conto dei casi straordinari che si presentano all'improvviso passare da una sala all'altra, dietro le porte e le colonne, e in fondo agli angoli lontani. Vi sono dei visi bellissimi; ed anco i non belli hanno qualche cosa che attira lo sguardo e s'imprime nella memoria: il colorito, l'occhio, le ciglia, il sorriso. Molte, e specie le così dette gitane, sono d'un bruno carico come le mulatte, e han le labbra tumide; altre, gli occhi tanto grandi che un loro ritratto fedele parrebbe un'esagerazione mostruosa; la maggior parte son piccine e ben fatte, e tutte hanno una rosa o una viola o un mazzetto di fiori di campo fra le treccie. Sono pagate in ragione del lavoro che fanno; le più abili e le più operose guadagnano fino a tre lire il giorno; le pigre las holgazanas dormono colle braccia incrociate sul tavolo e la testa appoggiata sulle braccia; le mamme lavorano dimenando una gamba cui è legata una cordicella che fa dondolare una culla. Dalla sala dei sigari si passa in quella dei cigarritos, da quella dei cigarritos in quella delle scatole, da quella delle scatole in quella delle casse, e per tutto si vedon sottane color di rosa, treccie nere ed occhioni. In una sola di quelle sale quante storie d'amore, di gelosie, d'abbandoni e di miserie! All'uscire di quella fabbrica, per un pezzo vi par di vedere da ogni parte pupille nere che vi guardano con mille espressioni diverse di curiosit

Qui fece una pausa, poi soggiunse: Egli è gran tempo, amico, ch'io ti conosco... Qualche anno fa, trovandomi a caso col Luino, e il discorso essendo caduto su te, me ne disse cose grandissime quel bravo maestro, e mostrandomi alcune tele che tu eri venuto lavorando, mi assicurava che Iddio t'avea dato così mirabile ingegno, che il divino Raffaello forse avrebbe avuto un grand'emulo a questi .

MARTEBELLONIO. Mi porrai con lei da solo a solo? LECCARDO. Questa notte. MARTEBELLONIO. Or che puoi comandarmi: sono assai amico delle preste risoluzioni, e per tal cagione nelle guerre ho conseguito grandissime vittorie. Ma venghiamo all'ora piú commoda a lei. LECCARDO. Quando dorme la vicinanza, alle due ore, la farò venir in questa casa terrena e vi sollazzarete con lei tutta la notte.

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