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Aggiornato: 10 giugno 2025
Te ne prego: manda a chiamare subito il medico. E uscì. Folco si avviò per telefonare immediatamente al medico di casa. La contessa tornò indietro a prendere la sua corrispondenza. La piccola Lillia dormiva in un letticciuolo bianco presso il letto della mamma; questa la udiva durante la notte; non aveva mai voluto affidarla ad alcuna governante, sebbene miss Mary Garnett fosse prudente e seria.
E... la governante? domandò poi abbassando ancora la voce. Si è ritirata anch'essa, rispose la monaca senza voltarsi. Il vedovo andò al camino dove ardeva un buon fuoco, sedette e si diede a fissare le fiamme che danzavano sui tizzi. Regnava il più profondo silenzio. La monaca stava immobile sull'inginocchiatojo a pregare; il marito di quella morta immobile a contemplare il fuoco acceso.
Le lagrime tornarono agli occhi di Nicla. In ogni modo non dubiti, signorina, diceva la governante, non appena avrò notizie, sia oggi, sia domani, sia poi, gliele porterò. So il bene che lei voleva a Brunello, e l'adorazione che Brunello aveva per lei. Sì, disse Nicla. La ringrazio e ci conto. Salutò con un cenno del capo e uno smorto sorriso, e uscì, mentre la governante la seguiva degli occhi.
In quel tempo entrò in casa come governante una giovane donna, fresca, grassoccia, colla volgare bellezza d'una florida salute, colle grossolane attrattive d'una carnosa robustezza, ed in breve fu la padrona. Era la Marianna.
Il disegno di Vittorina Ornavati non era difficile ad attuare. Pochi giorni di poi, mentre Celso e Vittorina prendono il tè, la piccola Lillia Filippeschi inciampa nel tappeto e cade. La signora Ornavati, la quale sta in agguato, si lancia, rialza la bambina e la riconsegna alla governante.
Allora Nancy ruppe in alte grida, e siccome non cessava di strillare dovettero rimandarla nella nursery; dove Fräulein Müller, la governante tedesca da poco succeduta a Wilson, le diede, non impunemente, qualche schiaffetto. In salotto la conversazione s'aggirava ancora intorno al genio di Nancy. Non potrebbe essere un genio musicale? domandò Valeria, asciugandosi tristemente gli occhi.
C'è stato nessuno a cercar di me? chiese egli al servo. Non so; rispose questi. Io sono stato fuori per tante cose, e sono tornato poco fa. Laurenti entrò in casa coll'animo scombuiato, e stringendo i pugni dentro le tasche della spolverina. Ah! esclamò la governante, appena ebbe veduto il padrone. Che cosa ha, che le vedo gli occhi così stralunati?
Nè era poco abile e poco zelante l'accorta femmina a procurare il proprio guadagno: tanto che, maneggiando essa e capitali e fondi e redditi, ogni anno riusciva a mettere in disparte, come cosa sua, un buon numero di migliaja di lire, e in capo a due lustri aveva investito in titoli del debito pubblico e in depositi bancarî più di cinquantamila lire. Ma mentre venivano così aumentandosi le sostanze della governante, scemavano rapidamente quelle del padrone, da lui sperperate al giuoco, nei bagordi, nel soddisfacimento delle sue passioni e dei suoi vizî. Era sempre la Marianna che provvedeva ai bisogni di lui, accattando denari di qua e di l
Bonaventura pigliò la lettera, chiedendo alla governante se il servitore aspettasse risposta; la signora Marianna gli disse di no, perchè il servitore se n'era andato senz'altro aspettare; egli allora congedò la signora Marianna, e ruppe il suggello della sopraccarta.
Finalmente: Non l'ho uccisa io! disse. Sì che l'hai uccisa! Infame! Guarda, guarda quelle lividure!... L'uccidesti come quella tua vecchia governante a Venezia.... Ah egli sapeva!... Tutto io so, continuava egli; avevo consigliato Gabriella a diffidare; come mai si lasciò trascinare a seguirti? In quel momento la porta si aprì.
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