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Allora Nancy ruppe in alte grida, e siccome non cessava di strillare dovettero rimandarla nella nursery; dove Fräulein Müller, la governante tedesca da poco succeduta a Wilson, le diede, non impunemente, qualche schiaffetto. In salotto la conversazione s'aggirava ancora intorno al genio di Nancy. Non potrebbe essere un genio musicale? domandò Valeria, asciugandosi tristemente gli occhi.

Poi visto che la bimba non rispondeva apriva gli occhi, la mite Fräulein Müller, scrollando il capo, obbedì. ... Quella stessa sera Nancy litigò coi suoi amici Bel Popò e Menton Fleuri. Fräulein, nella penombra della nursery, ripeteva quasi sonnecchiando quei blandi ritornelli, quando al sesto «kikiriki» vide Nancy rizzarsi a sedere nel letto, colle guancie accese e gli occhi saettanti.

Lo stesso valga per le parole nurse e nursery. E senza aspettar risposta, la ragazzetta scappò dalla stanza e corse sgambettolando su per le scale. Giunta alla «nursery», che fino allora era stata camera sua, si fermò. Attraverso la porta chiusa udì un piccolo grido querulo che le tolse il respiro. Sporse, esitando, la mano, ed aprì la porta. Poi si fermò, attonita e delusa, sul limitare.

Poi lo fece cadere dalla sua testa sopra la seggiola. Schiacciò rapidamente un'altra ciliegia, e uscì per andare a vedere la bambina. La trovò nella nursery tra le braccia della nonna, che la faceva ballare in su e in giù. La creaturina teneva il pugno in bocca, e i larghi occhi guardavano nel vuoto.