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Aggiornato: 29 giugno 2025
Le due case, guelfa l'una e ghibellina l'altra, di Roma, hanno durato più a lungo delle dinastie dei re e degli imperatori e durano anche oggi nei loro avanzi, nei castelli che hanno un tempo posseduto.
Riuscí un cumolo di fatti peggio che mai moltiplicati e sminuzzati; piú brutti naturalmente dalla parte straniera e ghibellina, ma non belli nemmeno da parte guelfa, mediocri tutti.
Venuto a Torino per accostarsi al papa, fu richiamato indietro dalla sollevazione di Parma; vi pose campo all'intorno, e tentò imitare la fondazione di Alessandria, fondando lá presso una sua cittá ghibellina che chiamò Vittoria; ma, quasi a scherno di fortuna, ei fu vinto colá , e la cittá incipiente fu distrutta.
Poi si fissò attento a considerare la masnada dei Guelfi, e parendogli, com'era, troppo bella, domandava, che gente fosse: gli rispondevano: i fuorusciti di Firenze. «Or dove» è fama che soggiungesse «abbiamo l'aiuto di parte ghibellina, che noi con tante fatiche e tanto tesoro favorimmo in Italia?» E più sempre innamorandosi nella vista della masnada, che avanzava con ammirabile compostezza: «Veramente quella gente non può oggi perdere!» volendo significare, che qualora avesse egli vinto l'avrebbe tolta al suo soldo, e messa in istato.
Accolto a Milano da Galeazzo, presevi la corona regia, e depose Galeazzo che in breve morí. Poi, evitando Bologna guelfa, scese a Toscana per Pontremoli e Pietrasanta; si guastò con Pisa l'antica ghibellina, per arti di Castruccio che la voleva; e l'assalí e prese, ma non diella a Castruccio. Ma il nuovo duca morí l'anno appresso 1328.
Appresso, comeché il nostro poeta nelle sue avversitá paziente o no si fosse, in una fu impazientissimo: egli infino al cominciamento del suo esilio, come i suoi passati, stato guelfissimo, non essendogli aperta la via a ritornare in casa sua, sí fuor di modo diventò ghibellino, che ogni femminella, ogni piccol fanciullo, e quante volte avesse voluto, ragionando di parte e la guelfa preponendo alla ghibellina, l'avrebbe non solamente fatto turbare, ma a tanta insania commosso, che, se taciuto non fosse, a gittar le pietre l'avrebbe condotto.
Giá vedemmo il padre di Federigo avergli apparecchiato l'imperio, riuniendo le famiglie Guelfa e Ghibellina di Germania con un matrimonio; e con un matrimonio vedrem Federigo II acquistar diritti alla corona di Gerusalemme; onde si vuol dire che questa casa di Svevia precedesse casa d'Austria in quella politica matrimoniale, che fu a questa cosí felice.
Arezzo, se nol sapete, era ghibellina nell'anima. Spinello Spinelli era un bel giovinottino, nato pittore come Giotto, e inclinato fin da fanciullo ad operare nel disegno tali miracoli, che non si sarebbero creduti possibili senza la disciplina di ottimi maestri. Jacopo di Casentino, veduti i suoi tocchi in penna, lo aveva voluto a bottega.
Ma in Italia, sedia sempiterna e reale del papa, sedia nominale e troppo a lungo de' nuovi imperatori, gli urti furono immediati e infinitamente piú sentiti; fu sentita e segnata di sventure e sventure ogni elezione d'imperatore, ogni elezione di papi; e ne sorsero cattivi e stranieri imperatori, cattivi e simoniaci e corrotti papi per oltre a due secoli; e poi papi grandi e grandissimi sí, ma allora le contese della Chiesa e dell'Imperio, le parti guelfa e ghibellina, la debolezza d'Italia, Italia aperta a nuovi stranieri, Italia divisa, anche dopo caduto ogni nome d'imperio, tra nazionali e stranieri.
Rimasto in balìa della mensa vescovile (dacchè il Comune era sceso a far casa da sè) il Castello fu arso nel 1394 dalla fazion ghibellina, perchè col
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