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Dopo alcun poco il sangue tornò impetuoso per modo a infiammargli la faccia, che le vene inturgidite e i muscoli dilatati pareano doversi spezzare alla violenza del moto: allora tutto il suo corpo si agitò convulso, e si pose ambe le mani sul capo quasi per impedire che si rompesse. Stato tanto miserabile non poteva prolungarsi più oltre, ed egli cadde gemendo sopra un sedile di pietra.

Se il cor mi si turba In me rivolgendo Che i giorni tuoi santi S'estinser, gemendo; Che giovin peristi In lungo patir; Io scerno che il pianto Mi tergi e sorridi! Io scerno che al cielo Ne inviti, ne guidi! Io t'odo che appelli Felice il martìr! Ell'era di quelle Serafiche menti, Vissute nel mondo Sublimi, innocenti, Amando, pregando, Chiamando a virtù.

Il conte rimase per alcuni secondi a guardarla con occhio stralunato: i suoi denti si urtavano. Poi quando cominciò a capire che tutto per Adriana era finito, ebbe un grido di belva ferita a morte e fuggì stringendosi le tempia fra le mani, gemendo, urlando: Sono io... io che l'ho uccisa!

Addio frutta di mare! mormorai gemendo: e rammemorai l'adieu rotî di Rousseau fanciullo mandato a letto prima di cena.

Matteo Cantasirena alzò le braccia barcollando, come un uomo sul quale è stata tirata una schioppettata, e trascinandosi andò a cadere di peso sul seggiolone della scrivania soffiando, singhiozzando, gemendo, con un sordo mugolìo del pancione ansimante. Anche voi!... Mi coprite di fango!... Anche voi!... L'amico!... La mia fede ultima.... superstite! Guai ai vinti! Guai!

In tale stato duo scudier l'han scorto, Ismeno, e Codro; e favellava Ismeno: Codro, che direm noi? del tutto è morto, O la grande alma anco raccoglie in seno? E Codro: ecco ei rispira; abbia conforto, A lui medica man non vegna meno, Fia forse a la sua vita alcun riparo. E su le braccia il grave peso alzare. Indi gemendo tra sospir sen vanno Suo signor sostenendo, a passi lenti.

Pestò i piedi, si stracciò le vesti, si strappò i capelli, si graffiò la faccia, rompendo, buttando all'aria tutto ciò che le capitava fra le mani, poi si lasciò cadere affranta, esausta attraverso il letto, gemendo ancora, torcendosi ancora, mordendo, nei sussulti dello spasimo, le coltri e i guanciali.

Infra la turba lagrimosa e trista, Ch'al chiamar d'Ebrain mossero il passo, Venne Licasta, ed a la flebil vista Ella si feo come insensibil sasso; E quando a favellar forze racquista, Gridò gemendo: o del mio viver lasso E de gli affanni miei solo sostegno, In quale guisa a ritrovarti vegno?

Matteo levò le braccia al cielo.... barcollò.... poi si buttò sopra un canapè dimenandosi, torcendosi, gemendo: La mia figliuola!... Anche la mia figliuola!... Il mio unico affetto.... superstite!... La rovina è completa...; povero il mio Fara-Bon.... hai fatto bene a morire.... Crolla la Cisalpina! Crolla la famiglia! Crolla la patria!

Rispondi: dove si trova Fathma? Ma non capisci che io l'ho perduta, che fui separato da lei a Hossanieh, che mi fu rapita? Da chi? Da un uomo che era mio rivale. Chi è quest'uomo? Un soldato un'anima dannata, un... S'arrestò agitando le dita calcinate e gemendo ancor più lugubremente. Un copioso sudore irrigavagli il volto e il petto gli si sollevava affannosamente.