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Si capiva che dovevano essere persone di considerazione perchè avevano gli anelli brillantati sulle dita che abbagliavano la vista. Un signore grosso, col pancione dell'uomo che mangia bene, faceva compassione. Si asciugava gli occhi e diceva che la sua famiglia avrebbe pensato male a non vederlo andare a casa. C'erano degli altri nella stessa condizione. E la mia Margherita?

Uragano di rumori, voci, luci. Urari-ciacipiera-teloo... Io sono ancora vergine questa sera... Non ci credo... Andiamo a godere biondino... Dove è andato il pancione?... Viva il nostro colonnello Squilloni! Urla risate applausi, tutti si precipitano verso il divano dove il capitano Melodia che ha indossato una vestaglia gialla finge di sedurre il tenente Bosca e lo tiene fra le braccia.

«Siamo calati tutti di peso. Il pancione di don Davide è rientrato di molto. Forse sar

Oh, il bel pancione formidabile e incrollabile, come lo vendicava di quella folla di galantuomini così spietata e inflessibile contro di lui debole, contro di lui solo e vinto! Leggiamo tutto: da capo a fondo.

Tutti erano commossi, entusiasmati, esaltati. Matteo Cantasirena, soffiando, col pancione pieno, mugolando, versava lacrime e sciampagna: È il battesimo!... La purificazione!... Le tue lacrime, Giovanni mio, sono la purificazione della patria! e brandendo il bicchiere come fosse una spada, una bandiera, alzandosi maestoso, solenne, imponente, "Viva l'Italia!" tuonò.

Sospirò anche Matteo Cantasirena con tutto il fiato del suo pancione. Poi si alzò, restò ritto in mezzo al palco, guardando il teatro, guardando la scena, e finito l'atto sedette egli pure al parapetto.

Nello scompartimento altro paesaggio umano: Alla mia destra e davanti a me due commercianti ricchi fornitori di guerra. Fingendo di sonnecchiare li ascolto. Quello di faccia calvo, pancione dice: Che sole, al lido d'Albaro! Ci si sta bene. Come a Napoli. Pesce fresco. Abbiamo passato io e mia moglie una giornata divina.

Cantasirena, sbuffando, teneva una mano sul pancione ansante, come per rimetterlo in calma, e coll'altra, preso un fazzoletto, si asciugava il sudore. Seccatori insistenti! Morti di fame! Poi avvicinandosi, ancora colla voce rotta, oppressa, chiamò il tappezziere: Sono con lei.... signor Vergani.... ma quando fu sull'uscio si fermò d'un tratto per raccomandare al Brunetti di non andarsene.

Ciambelli, suo amante, un pancione nero come un croato, le aveva messa su una buvette, dove la Romea troneggiava dal suo banco, chiamando, col desio e colle occhiate lunghe, i passanti, che non volevano saperne di entrare nella di lei bottega a bevere l'amaro prima di andare a pranzo.

Matteo Cantasirena alzò le braccia barcollando, come un uomo sul quale è stata tirata una schioppettata, e trascinandosi andò a cadere di peso sul seggiolone della scrivania soffiando, singhiozzando, gemendo, con un sordo mugolìo del pancione ansimante. Anche voi!... Mi coprite di fango!... Anche voi!... L'amico!... La mia fede ultima.... superstite! Guai ai vinti! Guai!