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Aggiornato: 20 giugno 2025


Costa così caro, l'amore! Oh, io non voglio saperne a nessun prezzo, del suo; non voglio avere a che fare con uomini della sua risma; se ne vada per dove è venuto. Virtù, dove diamine sei venuta a ficcarti! borbottò tra' denti il Giuliani. Quindi, volgendosi al Bello, gli disse: Sicchè, Garasso, per questa notte potrete riparare all'ombra amica del talamo.

Intanto il Guercio aveva saltato le panche, ed era venuto di costa al Garasso, che lo aspettava. Oh, eccovi qui, buona lana! disse il Bello. Presente! rispose l'altro. Volete che andiamo a bagnarci il becco? S'intende. Ho da parlarvi a lungo. E anch'io, perdinci! Che ve ne pare? disse il Bello. Andiamo dalla Piccina? Laggiù ci si sta come papi. No, non ho tempo da perdere.

Così narrò dell'Arturo Ceretti, di quel Ganimede da dozzina, e delle pretensioni che aveva presso la sorella adottiva di Lorenzo Salvani; come fosse respinto da lei e picchiato dal servo Michele; come questi avesse cantato, ed egli, Garasso, per far servizio al gesuita, gli avesse recato in mano quest'altro filo della sua trama tenebrosa; la quale doveva riuscire al colpo della falsa perquisizione e al furto della cassettina d'ebano.

Quei luoghi, tra Sant'Andrea, Sarzano e San Donato sono ancora, insieme coll'altra regione da Scurreria fino a Banchi, tra i più sudici e tetri della vecchia Genova; e il vicolo di Mezza Galera, ai tempi del nostro racconto, era degno più che mai del suo nome, poichè raccoglieva nel bel numero de' suoi abitanti la famiglia Garasso, nella cui casa dobbiamo oggi recarci.

Che cosa mi dite voi mai? esclamò il Garasso, che non perdeva una sillaba di quel discorso, e andava mescendo di tratto in tratto a Michele, per farlo cantare. Gli è proprio un mascalzone, costui!

Il signor Lorenzo poteva vedermi, e voler forse sapere che negozi io ci abbia con voi. E non avete suonato? No. Garasso, dissi tra me, non facciamo sciocchezze! Scendiamo in istrada, ed aspettiamo Michele. È un uomo casalingo; se è fuori per cercare di noi, non istar

Garasso, diss'egli, bisogner

L'apologo è bello, disse il Collini, chinando il capo, ed io voglio farne il mio pro'. Ma intanto, facessi male, o no, a pagare così profumatamente il Garasso, questo Salvani è in nostro potere.

La vergogna di Michele era grande; e fu più grande ancora, quando gli risovvenne di tutti i discorsi fatti col Bello nell'osteria degli Amici. Le sue ciarle e le faccende domestiche spiattellate al Garasso, non gli parevano la cosa più bella del mondo. Egli non sapeva perchè, ma in fondo al cuore gli doleva di aver detto tanto, e, come dicono a Genova, gli prudeva la coscienza.

Serva umilissima, signor Magnifico! esclamò la signora Momina, aprendo l'uscio al dottor Collini; che era appunto egli il visitatore della famiglia Garasso. Buon giorno, signora Momina; è in casa suo marito? Sissignore, è in casa; ma il poverino è ancora nel primo sonno. Questa notte, per far servizio a Vossignoria, come mi ha detto, è venuto a casa molto tardi. Ma non dubiti, corro a svegliarlo.

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