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Aggiornato: 12 giugno 2025


Così era uso di fare quando ella viveva; così seguitava a fare, dopo la morte di lei. Sarchiava, annaffiava, seminava a suo tempo, ma sempre le medesime specie, e coglieva ad ogni stagione i medesimi fiori.

Ma una prova io la sentiva necessaria, inevitabile. Da essa doveva dipendere l'avvenire, cioè la vita o la morte. Pensai per molti giorni al modo più opportuno, e lo fissai d'accordo ai miei sogni orientali. Il linguaggio dei fiori m'offriva un mezzo analogo a quello degli occhi, ma più positivo e sicuro per interrogare l'oracolo.

Che v'importa dell'anime Dei figli trapassati, O padri, sovra i candidi Sepolcri inginocchiati? Via!... Chiudete l'orecchio Ad una sciocca turba, Che il pensier vi conturba Con sogni di terror! I vostri figli vivono; Sono raggi di sole, Son glebe, son garofani, Son aria, son vïole; Voi, pregando sugli umidi Fiori o sui secchi dumi, Ne aspirate i profumi E vivete con lor.

Metti a posto anche questa scatola di sigarette e questo portafiammiferi.... Teresa Mario Fammi il piacere, Teresina, apri un po’ quella finestra. Qui dentro, si soffoca: l’odore di questi fiori d

"Entriamo nell'altra catapecchia," mi rispose sorridendo, e mi spinse nella grande sala degli Ambasciatori, che occupa tutto l'interno della torre, poichè veramente la sala della barca appartiene a un piccolo edifizio che, sebbene congiunto alla torre, non ne fa parte. La sala è di forma quadrata, spaziosa ed illuminata da nove grandi finestre ad arco in forma di porte, che presentan quasi l'aspetto di altrettante alcove, cosiffatto è lo spessore dei muri; e ciascuna è divisa per mezzo, verso il di fuori, da una colonnina di marmo che sorregge due archetti eleganti, sormontati alla loro volta da due piccole finestre arcate. Le pareti sono coperte di musaici e d'arabeschi indescrivibilmente delicati e multiformi; e d'innumerevoli iscrizioni che si stendono a guisa di larghi nastri ricamati sopra gli archi delle finestre, su per gli spigoli, lungo i fregi, e intorno alle nicchie, nelle quali ponevansi i vasi ripieni di fiori e d'acque odorose. Il soffitto che s'eleva ad una grande altezza, è composto di pezzuoli di legno di cedro, bianchi, dorati e azzurri, commessi insieme, in forma di cerchi, di stelle e di corone; e forma tante volticine e cellule e finestrette centinate dalle quali scende una vaga luce, e dalla cornice che congiunge il soffitto alle pareti, pendono pezzi di stucco faccettati e ricamati a modo di stallattiti e di ciocche di fiori. Il trono era posto nella finestra di mezzo del lato opposto alla porta d'entrata. Dalle finestre di questo lato si gode la stupenda vista della valle del Dauro, profonda e silenziosa, come se anch'essa sentisse il fascino della maest

Sei la sorella de i fiori, de le libellule azzurre; de l’erbe il sommesso linguaggio comprendi, e rispondi cantando. Sento un accordo sommesso fra lo stormir de le foglie, fra i brividi lunghi de l’acque, o figlia, e il tuo gaio parlare. Forse eri un giorno la felce che a l’ombra folta verdeggia; riscioglierai forse il tuo volo, o allodola, un giorno, pei cieli.

Tu, ridendo, co 'l calice d'un giglio attingi le bell'acque scintillanti. La man tua lieve crea schietti rubini. Le gentildonne, che fan gaia corte a te con gran sollazzo, in su' minori legni, rapidamente seguon l'esempio e con i bianchi fiori attingon l'acque d'or, ridendo forte.

O pali, o mummie, o blocchi di granito, Il fragor de la via non vi ridesta?... Titanico fragor che par muggito, Fischio di vento, rombo di tempesta?... Larve d’anni e di secoli travolti, Vizze foglie del tempo che fiorì, Filosofi, tiranni, eroi sepolti, L’eco non giunse a voi de’ nostri ?...

Non pensare al passato e a quel che non si può più fare disse la fanciulla con animo sostenuto, persuasa di essere in quel momento quasi la voce di Dio: Tu devi vivere, Ezio, non per ricordare quel che è scomparso, ma per quel che puoi fare ancora di bene: e nel bene che farai a te e agli altri troverai la forza di sopportare il male. Non devi credere di aver perduto tutto, fin che ti resta un cuore che ti vuol bene: e noi siam qui tutti intorno a te non di altro occupati che di volerti bene e di aiutarti a sopportare questa sventura. Quanto potrai vedere attraverso al nostro amore, lo vedrai come prima, forse più bello di prima. La luce non è soltanto negli occhi: anzi quella che viene dall'amore delle anime è forse più chiara. Noi ti aiuteremo a ricordare, a sperare, a credere. Non lasceremo spegnere le immagini della tua giovinezza, che invecchieranno meno presto per te che per noi, perchè tu le conserverai come un tesoro riposto e non le dissiperai in cose nuove. Qui conosci il paese: sai da dove spunta il sole e dove tramonta: conosci le piante e i fiori che ti circondano e ad ogni primavera sentirai nel profumo degli alberi ringiovanire la terra, rinverdire le siepi, rinnovarsi il piacere di vivere. E intanto noi ti leggeremo i libri più belli, ripiglieremo il nostro Beethoven in cui si può vedere tutto quello che si vuole: insomma tu vivrai di noi, qui, al Castelletto, al Pioppino, pigliando di noi soltanto quello che è più caro. E se sentiremo che ci sono altri infelici nel mondo, chi ti vieter

Ne 'l cortile marmorëo, tra l'alte colonne a cui s'abbracciano le piante con amorosi vincoli di fiori, tace la Bella Fonte, inanimata? più Bacco fanciullo, in su li opimi grappoli assiso, ride da la tonda faccia e vendemmia, candido tra l'acque riscintillanti a 'l sole ed a la luna?

Parola Del Giorno

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