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Aggiornato: 12 giugno 2025


Son questi i fiori della vita, queste le oasi del viaggio. Ma per un bel fiore che sbocci solitario al sommo d'un ramo, quanti sudori di tronco nodoso! Per un'oasi, in cui ripararsi un tratto della sferza del sole, quante leghe di monotono deserto! E noi, che nel giardino non siamo neppure i visitatori scioperati, ma i pazienti orticoltori, a cui ogni fioritura costa settimane di fatica, noi che in questo viaggio non siamo i curiosi giramondi, ma i condottieri della carovana, non abbiamo più uno di questi fiori, più una di queste geniali fermate, da offrire ai lettori benevoli; non più corti d'amore, nei boschi di Quinto, non più feste da ballo in via Nuova. Quantunque siamo appena al 14 di ottobre, la villa del tiranno di Quinto è deserta; la bella Ginevra dagli occhi verdi, tornata dal suo viaggio di Francia e Lamagna, ha dovuto rimanere in citt

Nei giorni in cui le strade di Roma sono animate da tutte queste feste, in cui tutti godono, ammirano, in cui il denaro circola largamente, mentre tutte le strade, tutte le piazze sono adorne di arazzi, di fiori, mentre da ogni casa i lumi splendono, e le carrozze succedono alle carrozze, i pedoni ai pedoni, il popolo d'Israello seduto innanzi la sua porta nel suo Ghetto, riman tetro e solitario, continua ad affaticarsi nel suo lavoro, col sudore della sua fronte, senza toglier gli occhi dai mucchi dei suoi cenci.

A queste parole tenne dietro un friggío di burro e un profumo delizioso, che aggiustò la coscienza frusta di don Procolo, il quale per non guastare l'avvenire si era limitato sulla colazione. Andarono avanti e si trovarono in un salottino rettangolare, addobbato con un certo buon gusto. Sul caminetto ardeva un bel focherello e gli stavano davanti alcune poltroncine coperte di una tela bigia, con bottoncini bianchi e con bracciolini freschi di ricamo all'uncinetto. Un piccolo divano appoggiato alla parete lasciava a stento il posto per un pianoforte verticale, che reggeva due candele accese. Sul camino c'era la solita specchiera, la solita pendola di bronzo, fra due campane di vetro, coi soliti fiori di pezza. Qua e l

Ella si affacciò alla finestra tenendo nella destra una caraffa piena d'acqua che versò tutta sui fiori, quasi gi

Date qua, diceva il monachino, e non ne cogliete più altri. Vorreste per caso seppellirmi sotto i fiori? Ce n'ho gi

È la Morte una fisima Delle pusille menti! Se nacquer dai cadaveri L'erbe ed i fiori olenti, Se i vermi ha fatto nascere La carne imputridita, La forma, e non la vita, D'esistere cessò!... L'operosa materia Convien che a ritorni; La Morte è legge assidua; Noi moriam tutti i giorni! Noi moriam, trasformandoci Da bimbi in giovinetti! Noi moriam cogli affetti Che il nostro cor provò!

»Da qualche parola, sorpresa da me questa notte, tra la principessa donna Maria e mia cognata, compresi che si vuole avvelenare quest'oggi la duchessa con un mazzo di fiori rinchiuso in una cassetta. »Affrettatevi. GabriellaOh infami! esclamò il duca.... E questo biglietto è forse qui da molto tempo! Potrò io?... Ohimè!... Privarmi di donna Livia... ora... Salì le scale come un pazzo.

Quando egli usciva solo a passeggio, le chiedeva che dovesse portarle a casa. Vuoi i dolci, Lori? Vuoi un palco per questa sera? Devo mandarti i fiori per la tavola? Loredana sceglieva; il più delle volte non sceglieva nulla. Voglio che tu ritorni presto, rispondeva. Ma pressata dalla inquisizione delle pettegole, un giorno si arrischiò: Voglio che tu mi porti a casa un bel bambino....

Nella notte insonne che seguì la tempestosa giornata Diana non riuscì a staccar la mente dall'Adelaide Nocera. «Domani ci sono i funerali» le aveva scritto sua madre, e Diana evocava con la fantasia la chiesa affollata, le armonie solenni dell'organo, il fumo degli incensi, la luce gialla dei ceri, la bara coperta di fiori... Ma ormai la chiesa era deserta, e muto l'organo, e spenti i ceri, e dissipati gli incensi... Ormai l'Adelaide era sepolta, forse, amara ironia, accanto al marito ch'ella non aveva potuto soffrire, e le ghirlande appassivano sul tumulo recente nella triste isola di San Michele.

Gli Olandesi gli portavano le meraviglie dei loro giardini perchè le copiasse; tutti i re gli domandavan dei fiori; i suoi quadri eran pagati somme, per quei tempi, favolose. Geloso di sua moglie e della sua arte, lavorava solo, invisibile ai suoi stessi fratelli, perchè non scoprissero i segreti del suo colorito; e così visse e morì glorioso e malinconico in mezzo ai petali e ai profumi.

Parola Del Giorno

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