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Aggiornato: 18 maggio 2025
Grazie, o signore. Se tu gemi ancora io squarcerò una rovere e sì dentro ti chiuderò nel suo nodoso ventre che resterai ben dodici anni a urlare. Perdonami, o signore, ai tuoi comandi obbedirò di buona grazia e tutto farò da buono spirito. Sta bene e fra tre giorni ti libererò. Ecco di nuovo il mio nobil padrone! Che debbo fare? Dimmelo, che debbo fare?
E tu, che sulle storte gambe reggi ligneo torso nodoso, uso al travaglio di leva?... e tu, che corda di bavaglio tessevi un dì, tessendo all’uom le leggi?... E tu, donna, che porti sulle labra impresso il bacio d’una moltitudine?... Tu, ch’eri ladro?... tu, che in solitudine scandagliavi l’insonne anima scabra?...
In quel momento un agente di polizia papalina, che sin a quel punto aveva temuto d'innoltrarsi nella folla dei vigorosi Ravennati e Volontari, vedendo che l'assembramento era quasi totalmente composto di monelli, s'avanzò tra questi e cominciò a fare il gradasso, mulinando un nodoso bastone.
Come una forte gru metallica, io svolgo tra le mie due ruote una catena di ferro, munita d'una trappola a molla, e la calo entro la stiva del Vaticano!... Braccio nodoso, chela di granchio mostruoso.... E' semplicissimo.... Guardate: la trappola si richiude, e io tiro, tiro lentissimamente, su, su, codesta balla pesantissima di corone da rosario, di crocifissi, di scapolari.... È un papa!
Allora, stanco anch'io Dei furbi e dei cretini, Mi sentirò il desìo, Il santo ardor di più vasti confini! Stringerò nella mano Un nodoso bastone, E me ne andrò lontano Un balsamo a cercar, l'oblivïone... Andrò verso l'Oriente, Col sole sulla fronte, Guardando avidamente La linea circolar dell'orizzonte. E bacierò le siepi E i fiori per la via, E cercherò i presèpi Ove deporre la stanchezza mia.
Son questi i fiori della vita, queste le oasi del viaggio. Ma per un bel fiore che sbocci solitario al sommo d'un ramo, quanti sudori di tronco nodoso! Per un'oasi, in cui ripararsi un tratto della sferza del sole, quante leghe di monotono deserto! E noi, che nel giardino non siamo neppure i visitatori scioperati, ma i pazienti orticoltori, a cui ogni fioritura costa settimane di fatica, noi che in questo viaggio non siamo i curiosi giramondi, ma i condottieri della carovana, non abbiamo più uno di questi fiori, più una di queste geniali fermate, da offrire ai lettori benevoli; non più corti d'amore, nei boschi di Quinto, non più feste da ballo in via Nuova. Quantunque siamo appena al 14 di ottobre, la villa del tiranno di Quinto è deserta; la bella Ginevra dagli occhi verdi, tornata dal suo viaggio di Francia e Lamagna, ha dovuto rimanere in citt
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