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Ora la Spagna nel presagio che Francia pigli il sopravvento propone, o piuttosto impone al Conclave uno strano partito; ella farebbe una nota di sette candidati; eleggessero tra questi cardinali il Papa; non piacque; Spagna Francia la spuntano; il nipote di Sisto V. cardinale di Montalto incapace a creare il Papa, attissimo ad escluderlo se non gli garbasse; pure si accorda a promovere colui che gl'incresce meno: di qui la elezione di Gregorio XIV. Costui sparnazzò la pecunia improvvidamente raccolta da Sisto V. in usi improvvidissimi; sovvenne la lega di Francia contro il Re di 15,000 scudi il mese, e di fanti e di cavalli condotti dal suo nepote Ercole, e se non bastavano prometteva maggiori soccorsi: rinnovò la scomunica a danno di Enrico IV, spedì fino negli Svizzeri ad arrolare fanti con danari, e indulgenze; se queste operassero meglio di quelli non è chiaro, perchè gli uni e le altre buttavano con la pala, e gli Svizzeri avuti i quattrini pigliavano anco le indulgenze, che a qualche cosa a quei tempi la gente le credevano, e troppo anco ai nostri le credono buone: morì dopo 190 giorni di pontificato: ben pel mondo che morì presto; unico elogio degno di lui. Da capo gli Spagnuoli propongono sette cardinali, ed il Conclave fra questi elegge Giovannantonio Facchinetti da Bologna; anch'ei fu lampo, ma di luce maligna però che spedisse pecunia alla lega, consigli ad Alessandro Farnese per mantenere in subbuglio la cristianit

Che cos'era, a che si riduceva il piccolo conticino del cameriere, in paragone delle tremila lire del Facchinetti? E la Maddalena colle sue sfuriate, co' suoi «editti» gli parve più esagerata, più matta che mai. Tanto strepito per così poco! A buon conto peraltro si staccò da Giacomino: se Maddalena lo avesse visto così a braccetto del malvivente, stava fresco.

L'altro, livido tremando come una foglia, balbettava: Qua... qua... quanto? Tremila lire. Tutta la lunga persona del signor Daniele dette un'altra scossa. E... qua... qua... quando? Doman l'altro. ... ... ... Dal Facchinetti... Dal Facchinetti... Subito, subito, subito dal Facchinetti! esclamò cercando cogli occhi il suo cappello che aveva dinanzi, sul tavolino, e non lo vedeva. Andiamo.

Allora il Facchinetti cambiò tono, diventò garbatissimo, si profuse in complimenti, in scappellate, fece entrare i due signori nel caffè, e li condusse a un tavolino in un angolo oscuro. Cameriere! vermouth! No... no... Mi faranno la cortesia di accettare il vermouth. No; no... grazie balbettava il signor Daniele. Prego, prego; senza complimenti; sediamo. È sempre mio buon padrone.

Si figuri!... Basta la parola!... E così dicendo alzò il bicchierino. Alla sua salute, signor Trebeschi. Poi volle toccare anche con Giacomino, e , nell'angolo buio del caffè, bevendo il vermouth, il signor Daniele firmò la cambiale. Il signor Facchinetti la cacciò subito nel suo portafoglio, col danaro degli interessi, e andandosene in fretta e furia, dimenticò persino di pagare il vermouth.

Poteva gloriarsene! Gli aveva truffate seimila lire... una sull'altra. Ma ormai aveva preso il largo. Inutile il pianto; inutile guastarsi il sangue. La loro cambiale scade, quando?... Il Facchinetti non se ne ricordava più. Doman l'altro risposero, quasi insieme, padre e figlio. Che importa? Rinnoviamo, se crede. Sempre mio buon padrone.

Del resto anche il signor Giacomino, evidentemente, ci avrebbe messo la mano sul fuoco, era stato raggirato per troppa buona fede, per troppo cuore: e poi la ragazza e strizzò l'occhio... Insomma, gioventù; egli era rimasto preso alla pania, per le arti di due volpi sopraffine, che avrebbero ingannato mezzo mondo. Il Richard non era riuscito a fargliela anche a lui? Sicuro! A lui, Facchinetti!

Andò al teatro per prendere i denari dal Richard; ma, per quella sera, niente. Il Facchinetti non aveva ancora sborsata la somma. La darebbe domani; ma domani doman l'altro, non si vide nulla, come nei giorni innanzi. Giacomo, inquieto, cominciò ad alzar la voce; e allora il cavallerizzo, messo alle strette, confessò di essere stato imbrogliato, truffato dal Facchinetti.

Ero venuto a casa, apposta, per dirti tutto. Non dovevate aspettare: oggi, proprio oggi, a parlare: dovevate parlare a suo tempo. A suo tempo? Quando? Anche Giacomino lo aveva saputo appunto allora, in quel momento, dal Facchinetti, e lo disse a suo padre. Io non credevo di dover pagare, e non dovrei pagare se il Richard non fosse una canaglia: lui ha preso i quattrini. Suo è il debito.

La cambiale è a tre mesi? interruppe Giacomino. Oh no; non ho voluto io per risparmiare l'interesse: anche troppo quindici giorni. Appena a Borgo San Donnino, mando uno chèque al Facchinetti, e ritiro la cambiale. E le mie cinquecento lire? replicò Giacomo, perplesso. Très-bien! Voi me le manderete; a Terni, quand vous voudrez rispose il cavallerizzo con un'alzata di spalle.