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Aggiornato: 6 giugno 2025


Misera a me! ché, da uno lato, ho il precipizio; da l'altro, e' lupi. FANNIO. Non te disperare, ché forse e' cieli non te abbandoneranno. A me par che si segua el parer tuo di non te lassar trovare oggi da Perillo; e lo andare da colei viene a proposito; e io li panni da donna, per vestirti, ho in ordine. Chi scampa d'un punto ne schiva mille. LIDIO femina. Ogni cosa farò. Ma dove è quel Ruffo?

L'esecranda abitudine della masturbazione, se è inveterata fa veramente disperare i confessori; ed è infatti assai difficile il giudicare prudentemente se possano o debbano essere ammessi al sacramento della Penitenza e della Eucaristia quei penitenti che si danno in balìa a questo vizio: è a temersi finalmente che, trattandoli severamente, non si accostino più ai sacramenti e si facciano peggiori: trattandoli d'altra parte con soverchia indulgenza, potrebbero addormentarsi placidamente nel fango di cotesto vizio.

Povero amico, fatti animo -gli disse Bertone. Un padre come il tuo ama sempre il suo sangue, qualunque cosa egli faccia; fuori, s'intende, il bruttarsi con azioni malvagie od infami. Tu ti sei indebitato fino agli occhi e non hai studiato come dovevi. È male, lo capisco, ma non è fortunatamente un delitto di lesa famiglia, come lo sarebbe stato per me. Non ti disperare, Ariberto; parlerò io a tuo padre. Tu frattanto va subito a Dogliani per consolare la tua povera mamma. Chi sa che il vederti non le ridoni la salute, meglio di tutte le ordinazioni del medico! So ancor poco di medicina, soggiunse Filippo sorridendo, ma gi

¹ Umor nero. Rispetto alle condizioni dei tempi, la esperienza dimostra unicamente vero il consiglio che dava Focione al suo giovane amico: «Non è lecito, o Nicocle, disperare giammai della salute della PatriaMa la esperienza, anche per coloro a cui frutta, è pianta tarda. Rispetto al Byron poi, giova rammentare che sconforti, dubbii, lo trattennero di dare vita e sostanze per la causa di Cristo e della Libert

Eran trecento e parevano un esercito; si vedevano da tutte le parti; ci svolazzavano intorno come uno sciame di uccelli; ci assordavano, ci abbagliavano, c'innamoravano, facevano disperare i pittori. Canaglia! diceva l'Ussi se v'avessi nelle unghie a Firenze!

Ma dunque è un caso disperato, dottore? chiese trepidante il Sant'Angelo. Non si deve disperare mai fino a che la scienza può esperimentare i suoi mezzi e fino a che soggiunse il medico con dolcezza si è ancor giovani com'è la sua signora.... Il Sant'Angelo comprese il fine pietoso di quelle parole; ne sentì riconoscenza, ma nessun affidamento a sperare. Vedeva.

A Lalla quell'incontro non fece nessuna impressione: solamente le ricordò Sandrino, e sentì un impeto di sdegno. Pure seppe frenarsi e gli domandò conto della sua salute, della vendemmia, dell'Amministrazione comunale, e anche di quel cattivo mobile che lo faceva disperare... e tutto ciò senza mai un tremito nella voce, sempre tranquilla, sempre disinvolta.

Come sono brutto io! La mia poesia bisogna ch'io la tenga nascosta in fondo al cuore, per me, per piangere solo, per pregar solo, per disperare solo!

Hai capito?... È un conte! -disse Celso a sua moglie, mentre s'avviava con lei, dopo aver salutato il Filippeschi. Ho buon naso io.... Non bisogna mai disperare.... Un'ora fa sarei morto senz'aver veduto un conte che vende le calze. Che cosa mi riserba il buon Dio per questa sera? Auf, quanto sei uggioso con le tue divagazioni! osservò Vittorina.

PANURGO. Vi chieggio una grazia, Gerasto, che possa baciar mio figlio, gli dia questa allegrezza e non lo facci piú disperare. GERASTO. Eccovi la chiave; quella è la stanza terrena. APOLLIONE. Entriamo. PANURGO. Essandro, padron mio caro, come state? ESSANDRO. Accompagnato da una amarissima compagnia di pensieri. PANURGO. Non domandi di tuoi successi? ESSANDRO. Per allungar la speranza!

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