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Aggiornato: 15 giugno 2025
Favello a voi, che, frammezzo alle genti, Vecchi a vent'anni, in silenzio passate, Colla pupilla vólta ai firmamenti E colle mani alle reni appoggiate. Favello a voi, cui nota è l'armonia D'ogni cosa creata, e cui son noti Cogli entusiasmi la melanconia E gli sconforti; a voi favello, iloti,
¹ Umor nero. Rispetto alle condizioni dei tempi, la esperienza dimostra unicamente vero il consiglio che dava Focione al suo giovane amico: «Non è lecito, o Nicocle, disperare giammai della salute della Patria.» Ma la esperienza, anche per coloro a cui frutta, è pianta tarda. Rispetto al Byron poi, giova rammentare che nè sconforti, nè dubbii, lo trattennero di dare vita e sostanze per la causa di Cristo e della Libert
Leggendo un romanzo di Zola, potete chiedervi quanto l'autore, per iscrivere quel libro, ha veduto, ha notato, ha coordinato, ha riassunto. Nel romanzo della Sperani vi chiedete quanto, per farlo, le è bisognato della sua propria vita, quante lagrime, quanti sconforti, quante amare volutt
Ed è vero? ed è possibile?... Le divine emozioni che io ho provate nella presenza di lei, la luce che si irradiava dai suoi occhi fin nei recessi dell'anima mia, le sussurranti armonie della sua voce, la muta comunione degli spiriti, tutto questo sta per finire?... Nulla di ciò che si è destato in me, degli ardori, delle tenerezze, degli entusiasmi, dei fremiti, dei delirii, degli sconforti, delle esultanze, nulla, nulla di tutto questo rester
Nè avvicinandosi ai luoghi di sue giovanili memorie esultava l'animo di Alpinolo; anzi, con una scontenta maraviglia, con un iracondo stupore, vedeva come, nonostante i guaj della tirannide, i contadini seguitassero, tranquilli, ai lavori; i trafficanti, al commercio; i padri, alle faccende casalinghe; egli ch'erasi immaginato dappertutto sconforti e desolazioni, che piet
Poi come fa chi, di fervida fantasia, vorrebbe pur anche da lievi cose trarre argomento a sperare, benchè sulle labbra per un triste presagio non abbia che lamenti e sconforti, di quell’ultime parole di Lauretta lasciatone interprete il core, con più vivezza riprese:
19 febbraio. O mio Dio, sento uno di quegli sconforti, pensando al mio passato! Come vorrei esser morto! Piango! Oggi, qui, dai tetti di un terzo piano di povera gente mi giungeva la vocina balbettante di un bambino. Guardo il suo ritratto. Ma, mio Dio! sento che inavvertitamente caricherei a palla, sì, una pistola antica, e in questa febbre, inavvertitamente me la accosterei alla fronte.... Amo Lei! Lei! Tutta la mia giornata è per Lei! Studio per Lei, di giorno: studio per Lei, di sera! penso a Lei, di notte! Penso ch'Ella deve esser felice, e per non turbarla, non mi uccido! Ma chi più mi trattiene? Che mi aspetta? Che cosa è il mondo per me! Se potessi viaggiare e viaggiare e stancarmi! Come passo le sere e le giornate da solo. Sere di primavera, coll'odore delle violette di Limbiate! Giornate di primavera con una trista, strapotente insidia di volutt
Allora egli tremò, abbagliato dalla nuova bellezza diffusa nel viso di Rosanna, dalla luce sfolgorante nel suo sguardo, oppresso e come impaurito dall'ebbrezza prodotta dalle parole di lei, dal ritrovare in lei finalmente, dopo i lunghi dubbî e gli sconforti e le disperazioni, la donna amante che gli si era concessa dopo una lunga resistenza, ma senza falsi pudori, senza ipocrisie, senza calcoli, per impeto di simpatia, per forza di desiderio, per slancio di passione; allora, col cuore stretto dalla vergogna per i sospetti concepiti un momento prima, con l'anima chiusa dal dolore nel veder dileguarsi per volere di lei l'insperata possibilit
Signor curato, lo interuppi, io sì che debbo essere riconoscente a Baccio ed alla mia buona stella di avermi condotto in questa casa. Ah! la gioventù e la poesia non sono per me tutto riso e splendore; perchè sono giovine ed artista, sono pieno di dubbi e di sconforti, e perchè sono, o meglio sento che sarò un giorno poeta, l'anima mia assorbe gi
Tento sorridere, ma nol posso. L'anima mi s'abbevera di tristezza, pensando al povero Popolo d'Italia, buono ma ineducato d'onde mai avrebbe esso potuto desumere educazione? e, come tutti i Popoli ineducati, facile ai traviamenti, ai subiti sconforti, al dubbio su tutti e su tutto. Come insegniamo noi a questo Popolo del quale usiamo, a modo d'arme democratica, il nome, lasciandolo senza voto, senz'armi, senza ajuti economici la sua vita futura, la vita italiana, la vita della fede, dell'amore, dell'entusiasmo, del culto morale ai principî, al Giusto, al Vero, alla Libert
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