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Aggiornato: 19 giugno 2025


Nel turbamento di tutto il suo spirito, Filippo sentiva che la disgrazia aveva dato una lucidit

Egli era annichilito e mistificato, ma non volle farsi scorgere dinnanzi alla portinaia. Escì e corse a casa, ove trovò una lettera che certo gli era stata indirizzata credendosi che la sua assenza dovesse essere più breve. Prendendola, il cuore gli batteva violentemente; temeva di aprirla. La guardò da tutte le parti; era proprio la scrittura di Emilia, fina, eguale, scorrevole, vi era nei caratteri alcun segno di agitazione, ma non potè leggere il nome del luogo d'onde veniva. Finalmente stracciò la busta e appena lette le prime righe impallidì: «Alberto, piango scrivendoti e non so come incominciare a dirti tutta la disgrazia che ne colpisce. Mi pare quasi che sia impossibile e vi sono dei momenti in cui mi abbandono alla speranza che tutto sia un sogno. Ti scrivo da una casa di campagna della famiglia di mio marito. Come sai, egli era da lunghissimo tempo in poco buona armonia con essi, al punto che io quasi non li conosceva: vi era sempre stato disparere fra di loro su tutte le quistioni possibili, inoltre la vita che mio marito conduceva non garbava punto alla madre, ai fratelli, ed essi temevano sempre ciò che infatti avvenne. Da un giorno all'altro tutto cambiò. La riconciliazione fu fatta senza che io ne sapessi nulla, essendo forse preparata gi

Ma la bella Fiordalisa non udì più i disperati richiami di que' due amori che si concentravano in lei. Che avete? entrò a dire messer Luca. . Ella si è addormentata. Ah, diceste il vero, padre mio! gridò Spinello Spinelli. Un medico! Un medico! Chi trova un medico? Il sospetto di una disgrazia era penetrato nel cuore di tutti. E tutti si offersero di andare in cerca d'un medico.

GUGLIELMO. Non farò questione io teco. VIGNAROLO. Partiti e non dir piú che sei Guglielmo. GUGLIELMO. Oh disgrazia grande e non mai piú intesa, che un uomo abbia perduto se stesso e non sappia chi sia!

Io non ardirei cercarvi perdono se Amore e la disgrazia non me ne facessero degno, la quale, quando viene, viene talmente che l'uomo non può ripararla.

«Signore! «Se merita compassione una povera infelice, che ha perduto tutto a questo mondo, virtù, salute, onore, e quasi anche la vita, oh! non rifiuti almeno di ascoltare forse le ultime mie parole. Lei sa quello ch'io era, e a che sono ridotta; io non accuso nessuno della mia disgrazia, fuori di me stessa: ho tanto pianto, ho tanto pregato, che spero il Signore vorr

Se sapete come accori l'udirci assicurare da altri di una disgrazia, di cui pure siamo certi, non vi stupirete che Alpinolo, a questi detti, si scotesse da quella specie di sonnambulismo, e urlando, e cacciandosi le mani fra i capelli prorompesse: Maledetta spia! Non può essere stato altri che qualche infame spione. Ma...

Seguitate con amore A fa' li vostri studî co' giudizio, Che quanno ve levate quarche vizio, Come v'ho detto, sete un professore. Però nun v'esponete. E, verbigrazia, Quanno che ve buttate, state attento Perchè nun ce vo' gnente 'na disgrazia! Anzi, vede, nun è pe' mette' bocca, Ma si lei nun vo' avé' quarche spavento, Lei vadi sempre indove ce se tocca. Dice: Lei dove va?

PSEUDONIMO. Come impossibile, s'è stato, è e sará sempre? Dubito sia un paradosso di furfantaria, e noi restaremo condennati alle spese. PSEUDONIMO. Io son calato giú per farvi grazia. LIMOFORO. Anzi, per mia disgrazia. Volete voi saper chi sète, volete che ve lo dica? PSEUDONIMO. Io so ben chi sono, bisogna che mi sia detto.

Fece diversione al discorso Giovanni Selva entrando ad annunziare la disgrazia di Marone. Come!

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