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Aggiornato: 3 giugno 2025
Senti, Vautrin, se io avessi a vivere mill'anni, in mille anni non saprei mai dimenticare il furore onde fu trasportato sua eccellenza, quando domandato d'Armando, seppe che non era in palazzo e ch'era stato condotto via dal conte Galeazzo. L'aspetto di lui in quel momento fu tale che a pensarvi, sempre mi far
Ella entrò nella sua stanza e vi si chiuse, buttandosi pesantemente sopra una poltrona: si sentiva morire di tristezza, sentiva di essere disamorata, crudele con Ferrante, eppure non trovava ancora uno slancio di tenerezza, un impeto di passione per fargli dimenticare tutte quelle noie, quelle punture, quei disinganni, quelle amarezze. Ma tanta gente era loro intorno, dovunque, alla stazione, in piazza, nell'albergo, gente estranea, è vero, ma curiosa, dall'orecchio teso, dallo sguardo acuto! Ella si era chiusa nella sua stanzetta, stanzetta piccola, linda, ma banale come tutte le stanze di albergo, ma fredda con tutto il lieto sole autunnale che vi entrava; Grazia si era chiusa lì dentro, e un profondo pentimento le veniva in cuore, pel modo come aveva trattato Ferrante; la propria ingiustizia verso quel forte e docile amante che nulla chiedeva, che non si lagnava, che cercava di allontanarsi, di ecclissarsi sempre, onestamente, correttamente, mentre nell'anima gli ardeva la grande fiamma, questa propria ingiustizia, le faceva orrore, le sembrava un egoismo mostruoso, la crudelt
Nora non piangeva più, non gemeva più: non rispose, non si mosse. La crisi è passata, pensò il Casalbara, disposto a compatire, a perdonare, a dimenticare tutto quanto era successo, nell'egoismo intimo della sua passione, nel bisogno materiale di quella donna. E si consolò.
L'avvocato più balordo di prima girava intorno gli occhi affumicati, come un uomo che si sveglia e si trova seduto su un cataletto. Questo episodio fece dimenticare la Ludovina e la serata finì serenamente a onore e gloria di Carlinetto. Quando i vecchi giovinastri furono nella via, il vento gelato che soffiava dal Sempione sbattè loro in faccia un villano nevischio.
Essa non potè mai dimenticare quella notte, quell'angoscia, quelle emozioni. Sol per aprire la porta della camera e per discendere le scale, dovette radunar tutta la sua volont
A lungo andare non ebbe più pace neppure nelle ore che trascorreva con lei, non giungeva più a dimenticare la sua personalit
Che Iddio ti protegga, sorella, disse Notis gravemente. E che Iddio protegga Abd-el-Kerim, rispose su egual tono la greca. Non dimenticare che muore di fame. Elenka si volse due o tre volte verso le ruine di El-Garch, e le sue labbra s'aprirono ad un sorriso sardonico e quasi compassionevole. Hai torto, fratello, mormorò ella quando perdette di vista le ruine.
Per quanto fossero disposti a tutto, per quanto avessero pensato agli equivoci che potevano sorgere, per quanto cercassero di dimenticare le loro personalit
E ora capiva invece che, sebbene non avrebbe certo avuto mai il coraggio di pronunciare la prima parola, se egli le avesse detto: «fuggiamo da tutto e tutti, lasciamo ogni cosa, cerchiamo di farci dimenticare dal mondo e di dimenticarlo, e rinchiudiamoci nel nostro amore senza il quale non possiamo vivere», ella non avrebbe saputo resistere un solo istante e avrebbe perfino passato l'oceano senza esitare.
Ma tutte le cortesie dell’almirante, se potevano temperare il rammarico del vecchio principe di Haiti, non bastavano a fargli dimenticare per un istante ciò ch’egli perdeva. Tolteomec sospirava, e i suoi occhi erano spesso bagnati di lagrime. In quei momenti, per altro, egli si voltava da un lato, perchè sua figlia non si avvedesse di nulla.
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