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Aggiornato: 3 giugno 2025
I saggi sanno dimenticare. Sei un saggio, tu? gli chiese ironicamente Giorgio. No fece l'altro, con un senso di umilt
Nessuno può noi men ch'altri possiamo dimenticare i grandi servigi resi dalla Francia all'Europa, i grandi esempî di fortezza e di volont
Ma l'Italia è troppo lontana, oltre due mari, nell'incanto della sua eterna bellezza che le fa dimenticare persino i soldati morenti per lei sul primo lembo del deserto africano. Italia, Italia! è la loro suprema invocazione fu il grido supremo di sfida, col quale risposero all'immenso ruggito abissinio. E disparvero.
Tal e quale. Eppure, pensava Gino guardando il ritratto, quella barba io la conosco. Le rassomiglia molto. Le pare? Tutta lei. Come era bella anche allora! Con suo padre nel palco formavano un quadretto, tutt'e due, che non ho mai potuto dimenticare. Tutt'e due?... Cioè, tutti e tre, perchè c'era anche mia sorella.
O Vergine che un giorno ho pregato, o Madonna, in cui ancora ho un barlume di fede melanconica, protettrice della mia Lidia, fammi dimenticare la mia Lidia! E preghiera questa? Come sarei felice di morire e di terminare il martirio dell'anima mia! 22 ottobre. Faccio forza per non scrivere, ma non posso.
Che cosa è successo?... È successo che io godevo la pace, e che lei mi ha messo l'inferno nel cuore; è successo che mi ha fatto tutto dimenticare ed offendere: la promessa giurata a' miei poveri morti, il mio dovere e la mia dignit
Era dunque una bugia innocente, e necessaria d'altra parte a colorire la sua lunga fermata. Doveva egli forse raccontare alla marchesa che era stato un'ora laggiù a ruminare i suoi dolori, dopo aver fatto a pezzi un paio di guanti? E così, soggiunse Ginevra, i morti vi hanno fatto dimenticare i vivi? Lo credete voi, signora? No, certo!
Ella si volse, e si levò, di scatto. Con un grido, un grido che non potrò mai dimenticare! Si trasse addietro, s'addossò quasi a uno stipite della finestra. La luce della finestra la circonfuse; ma la coglieva alle spalle, e io non vedevo che un fantasma, alto, sottile, dalle braccia levate in atto di meraviglia e di terrore. Che cosa io balbettai, che cosa feci in quel punto!
Giungeva fino a dimenticare il perchè di tale paura, ma non la paura istessa; a volte le pareva evidente e naturalissimo che al primo aprir gli occhi il figliuolo sarebbe morto, e lo cullava, lo cullava cantandogli ogni sorta di ritornelli lamentosi, tremando di una smorfia, accorandosi di un sospiro più forte degli altri. Sarebbe stata felice se il bambino fosse vissuto in un sonno senza fine.
Ma io non posso dimenticare.... debbo dirvelo? è in fine un debito di lealt
Parola Del Giorno
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