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Aggiornato: 4 giugno 2025
«Domenica. Altro rifiuto. Avevo domandato una casa di campagna, che è a vendere nel parco di Madrid. Aveva l'agonia nella voce; Gesù dimandava da bere.
Fortunata levò la testa, mi guardò con occhi così spauriti, che parve fossi io che le portassi la mala notizia. Il ritratto del piccino era accapo al letto, tra un ramo di olivo e la palma benedetta. Accompagnandomi fin alla porta Fortunata mormorò tra i singhiozzi: Mi disse che voleva vedervi... Dimandava sempre del pittore... I singhiozzi la soffocavano. Me ne andai.
E Gregorio perdette un altro amico. Il camerario fa noto poscia al pontefice che Costantino, arcivescovo di Torres, legato nella Sardegna, dimandava anch'esso inchinarlo. Gregorio ordinò che entrasse. Santo padre « dice l'arcivescovo », ho recate le vostre parole e le vostre lettere ai Giudici della Sardegna, i quali meglio se ne chiamerebbero i re.
E cresceva forte il fuoco del sancto desiderio, in tanto che none stava contenta ma con sicurtá sancta dimandava per tucto quanto el mondo. Come Dio si lamenta de le sue creature razionali e maximamente per l'amore proprio che regna in loro, confortando la predecta anima ad orazione e lagrime.
Una specie di messere, che aspetta la risposta. Fatelo aspettare. E Pradau non dimandava di meglio che aspettare. L'estetica della livrea insegnata nell'anticamera.
FORCA. Dico il vero, a voi sta il creder quel che volete. FILIGENIO. Non mi hai risposto a quello che ti dimandava. Vuoi tu negarmi che Pirino non stia innamorato di una puttana, chiamata Melitea, che l'ha in poter un ruffiano che ne chiede cinquecento ducati? FORCA. Signor no, signor sí, eh, padrone.
E prima, del lume generale. Alora Dio etterno, dilectandosi della sete e fame di quella anima e della schiectezza del cuore e del desiderio suo con che ella dimandava di volerli servire, volse l'occhio della pietá e misericordia sua verso di lei, dicendo: O dilectissima, o carissima, o dolce figliuola e sposa mia, leva te sopra di te e apre l'occhio de l'intellecto a vedere me, bontá infinita, e l'amore ineffabile che Io ho a te e agli altri servi miei.
E' scendeva di vettura di cavallo per baciar la mano ad un frate o ad un prete che passava; ma si tenne per offeso quando lo tzar Nicola gli presentò a Napoli il conte Orloff ed il suo bel cane come i soli suoi amici! Egli dava un baiocco ad un povero che incontrava; ma dimandava una piastra al suo cavalier di compagnia per fare quella limosina e teneva per sè il resto.
Il cuore di Don Diego si spezzava e si abbronzava. Adesso, egli vedeva il suo cammino: solamente aveva a scegliere. Gli si dimandava una metempsicosi infernale. E si trattava forse di un semplice problema di psicologia e di fisiologia sociale? No.
Don Diego aveva inalzata una barriera insormontabile tra i suoi compatriotti e lui. Egli non andava al caffè come gli altri preti. Egli non giocava, perchè povero. Egli non aveva ganza, come tutti gli altri ecclesiastici, mons. Laudisio non escluso. Egli non faceva mai visite e non riceveva alcuno in casa sua. Egli passeggiava solo, sulla strada di Calabria, lontano, ben lontano dal borgo. Egli non faceva del bene e disdegnava fare del male. Egli disprezzava gli uomini e s'incaricava poco del cielo. Non dimandava nulla, trovando tutto al di sotto della sua capacit
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