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Aggiornato: 15 maggio 2025
40 Ma, come quel che men curato avrei vedermi trar di mezzo il petto il core, lasciai lor via seguir quegli altri miei, senza mia guida e senza alcun rettore: per li scoscesi poggi e manco rei presi la via che mi mostrava Amore, e dove mi parea che quel rapace portassi il mio conforto e la mia pace.
39 Però che, fatta la prima battaglia dove fu rotto un mio fratello e ucciso, spacciar tosto un corrier feci in Biscaglia, che portassi a Bireno il tristo aviso; il qual mentre che s'arma e si travaglia, dal re di Frisa il resto fu conquiso. Bireno, che di ciò nulla sapea, per darci aiuto i legni sciolti avea.
Fortunata levò la testa, mi guardò con occhi così spauriti, che parve fossi io che le portassi la mala notizia. Il ritratto del piccino era accapo al letto, tra un ramo di olivo e la palma benedetta. Accompagnandomi fin alla porta Fortunata mormorò tra i singhiozzi: Mi disse che voleva vedervi... Dimandava sempre del pittore... I singhiozzi la soffocavano. Me ne andai.
Partito che fui dal Duca di Lodi e giunto alla mia casa, ritrovai un commesso del giudice di pace Banfi, che mi disse essere quel giudice premuroso di parlarmi e che a momenti sarebbe giunto. Mi trattenni pertanto nel portico senza montare le scale e pochi momenti dopo venne il giudice. Dissemi aver bisogno di me, ed instò perché mi portassi seco alla casa del ministro Prina, ove il popolo si affollava minaccioso. Credeva egli essere questo il solo e piú prudente partito per sedare il tumulto, ragionando su ciò che al Senato era accaduto e supponendo che il popolo non si sarebbe inoltrato di piú quand'io mi fossi presentato. Ma non trovandomi io piú in abito di senatore, ma vestito nel modo consueto e comune, non credetti dovermi esporre con troppa facilit
Pare ch'io portassi meco da Milano una cert'aria che produsse l'effetto dei venti alisei sul mare in bonaccia. Io ascoltava con naturale soddisfazione le ingenue confessioni dei primi torbidi prodotti dalla mia presenza in quell'anima pura.
PARDO. Ve l'ho dimandato, perché so che avete gran tempo seguita Sulpizia, la nostra vicina; e non vorrei, dopo aver sposata la mia figliuola, tornaste a lei, che mal agevolmente si scordano i primi amori. EROTICO. Se ben molte volte m'avete visto passar per costá, l'ho fatto piú per passatempo che per amor che portassi a Sulpizia; e vi giuro che mai mi piacque.
24 Il miglior cavallier, che spada a lato e scudo in braccio mai portassi o porti; il più bello e gentil ch'al mondo stato mai sia di quanti ne son vivi o morti, sol per un'alta cortesia c'ha usato, sta per morir, se non ha chi 'l conforti. Per Dio, signor, venite, e fate prova s'allo suo scampo alcun consiglio giova.
Ebbene, rispose egli, mio padre mi ordina di accettare; ubbidirò. Comprendo che desiderava vivamente che io portassi il suo nome, e che lo avr
«Dunque.... come io diceva.... questo è quanto, signor mio,» rispose smarrito il Maestro, quasi che avesse perduto il cammino; «Monsignor sì.... mi ricordo che andò proprio in questo modo.... se mi pare un minuto!... Vedete.... cominciammo a venire in disputa sul vino, e Guasparrino, che n'è troppo bene provveduto, ne fece portare di molte sorte, e tutte preziose, e cominciammo a fare brindisi: Evviva San Dionigi! dissi io, e bevvi Bordò. Evviva Mongioia! rispose Guasparrino, e bevve Borgogna: e poi, viva Santa Genevieva! e l'Orifiamma! e Luigi il Santo! e voi, Monsignore! e per voi tornammo alla solita disputa, ch'ei voleva ch'io portassi la salute col vino toscano dei cento anni, ed io colla Sciampagna: alla fine ci accordammo che ognuno bevesse qual più gli piaceva; e così fu fatto. Allora come portava il discorso, Guasparrino mi domandò: È egli ben vero, bel compare, che tra poco il nostro Signore stia per andare al conquisto di Napoli? Sì bene. E voi, mio bel compare, condurrete la vostra galera alla impresa? Sì bene, perchè qual sente amore il Provenzale? Buona spada, buon vino, e bella dama. Se muoio, fatemi dire una messa, Guasparrino, qui presso al monastero dei Cordiglieri; se vivo, berremo al ritorno del vino di Sicilia. Compare, risposemi allora Guasparrino, ponete mente al mio discorso: voi sapete ch'io sono troppo ricco mercante, e cogli anni giunto a tale et
Bisognava pure che io te li portassi per liberarmi dalle tue importunit
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