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Aggiornato: 19 giugno 2025
Il circolo de' miei diletti s'è cangiato e ristretto; quand'io mi sento girar nella testa come una ruota di mulino, al punto da non saper racapezzare più nulla di quanto avviene d'intorno a me, allora io posso dire di star bene, perchè delle cose che avvengono oggidì, meno si vede, più si guadagna.
Quest'una era il lasciarvi, o miei diletti, E più, madre, il lasciar te sì dogliosa: Pesante croce fu! la ricevetti Come don dell'Eterno ond'era io sposa: Premendola al mio sen, piansi e gemetti, Ma investimmi Ei di grazia generosa: Pesante croce! ma in serrarla al core Sentii che al cor serrava il mio Signore!
Egli è il Re che diffondersi brama, Che pacifico vien dalla reggia, Che fra i sudditi amati passeggia, Che lor volge parole d'amor: Egli è il padre che visita i figli, Che s'appressa a ciascun de' lor petti, Che lor mostra quant'ei si diletti Di cercarli, di starsi fra lor.
Ma un dì, mentre egli gioiva in diletti d’amore, discese sopra il suo capo la colomba del cielo; e un profondo fremito gli ricercò le viscere. Parvegli allora di destarsi dopo un lungo sogno: i suoi occhi si empirono di dolore, nelle sue forme perfette discese una scarna vecchiezza. Le fanciulle attonite lo riguardavano trascolorando, si coprivano le nudit
Questi è lo Sdegno, armato sempre di orgoglio e di furore; questi subito abbatte ed estingue l'amore, e vi guarisce affatto e vi rende di modo come se non mai piú l'aveste udito; questi sol vince amore: vedete come preso e incatenato lo tragge nel suo trionfo. Ecco ch'io non son quella che pensavate, ma son vostra amica; e io rinuovo e accresco i vostri diletti.
Ed ecco, o signora, per chi spesso si muore. L'amore.... bella cosa! Pigliatevi il fastidio di morire per cotesto, di lasciare il sole, i supremi diletti della intelligenza, le ineffabili consolazioni della fede, della carit
Dacchè miei ceppi hai franto, e il subalpino Aere di novo, o sommo Iddio, respiro, Piena d'incanti è al guardo mio Taurino; Ma un caro ch'io v'avea cerco e sospiro. Qui Lodovico nacque, e parte visse De' diletti suoi giorni, e qui patìo, E presso a morte qui le ciglia affisse L'ultima volta sul sembiante mio.
La terza è appellata Melpomene quasi «melempio comene» cioè «facente stare la meditazione»; accioché primieramente sia il volere, e appresso che quello ti diletti che tu vuogli, e, oltre a ciò, perseverare, meditando quello che tu disideri.
La natura non serbe a voi grazie e splendori? Non calpestate i fiori, o contessa gentile. Scuoti i sonagli e ridi: tu sei pazzo e buffone. Ecco il saggio Barone. Vogliam che il pazzo guidi l'antistrofe e i cori. Ben la so, la romanza di pulita creanza che ci diletti e incuori.
Bella è la vista di Stefanago, o ti diletti contemplarlo da lungi, o ti aggiri al piè della rupe su cui maestoso siede. Gli corre all'intorno quasi alla met
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