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Aggiornato: 13 giugno 2025
Con quelli dei quali era nota la robusta tempra o la virtù, s'usava linguaggio diverso: erraste; ma per illusione di bene, lo sappiamo e vi compiangiamo; voi pensavate adoperarvi in un'opera di devozione e fidaste in traditori indegni del vostro sagrificio; il vostro silenzio non salva amici fidati e costanti, ma perde voi stessi e le vostre famiglie per codardi che vi denunciano; eccovi le loro testimonianze a vostro danno.
O voi che fastosamente altieri schernivate la mia semplicitá, o voi che solo pensavate sapere al mondo, ecco ch'io sovrasto a voi quanto pensavate di calcar me. O Dio, quanto è grande la forza della sua bellezza, perché non basta la nera tinta a nasconderla, anzi la rende piú chiara e piú risplendente!
DULONE. Cintia vi manda a dir che, per temprarvi il dolore di non aver Cintio che pensavate, ma una femina Cintia, e ché non vi dogliate di Ersilia, la sua madre, e di lei, v'ha partorito un bel maschio. ARREOTIMO. Ed è ella infantata? DULONE. Infantatissima e di un graziosissimo bambino. ARREOTIMO. O Dio, quanto son oltremisura allegro!
Questi è lo Sdegno, armato sempre di orgoglio e di furore; questi subito abbatte ed estingue l'amore, e vi guarisce affatto e vi rende di modo come se non mai piú l'aveste udito; questi sol vince amore: vedete come preso e incatenato lo tragge nel suo trionfo. Ecco ch'io non son quella che pensavate, ma son vostra amica; e io rinuovo e accresco i vostri diletti.
Il sole si era nascosto allora dietro i monti pisani. Una brezza soave incominciava a spirare dal piano, recando alla giovine coppia le acute fragranze degli orti pistoiesi. E voi, Fiordalisa, mormorò Spinello, dopo un lungo silenzio, pensavate al vostro povero amico? Sempre; rispose ella con un filo di voce.
Voi sapevate dunque che cosa quel gesuita voleva proporre, consigliandomi di mandare mia sorella a confessione da lui? Non lo sapevo, ma come non ignoro che in questo mondo non si fa nulla per nulla, ex nihilo nihil fit io ne sospettava un pochino. E voi pensavate.... Ah! gnocchi! voi mi annoiate, l'abate. Perchè andate voi dal barbiere se non avete voglia di farvi la barba?
Quando la mia mamma si è sentita morire, la mi ha raccomandato d'essere sempre buona e di fare il mio dovere in tutte le maniere: io faccio quello che mi ha detto lei. Ero appena sposa quando l'è morta, vi ricordate? Eh! altro che ricordarmi. È stata lei che ve l'ha fatto prendere il vostro Sandro. Voi non ci pensavate neppure... È vero. È stata lei.
GIACOMINO. Oimè, Cappio, che fai? CAPPIO. Nulla. GIACOMINO. Come nulla? CAPPIO. Perché è fatto quasi ogni cosa. GIACOMINO. Come questo? tu sei qui ancora. CAPPIO. Giá pensavate ch'io fossi gionto a Salerno? GIACOMINO. Pensava che tu fossi piú amorevole al tuo padrone che non sei, e massime in cosa che egli desia cotanto. CAPPIO. Ed io vi dico che vi son stato piú amorevole che non stimate.
Fo male a dirvelo, ripigliò ella gravemente, perchè l'atto vostro, se pensavate di far contro ai disegni di mio padre, non fu di amico, quale egli sempre vi tenne. Ma infine, sappiatelo, io non andrò sposa al conte di Osasco. Lo sapevo; disse Giacomo Pico. Nicolosina lo guardò, in atto di sorpresa. Lo sapevate? dimandò ella, Ma allora...?
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