Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 24 luglio 2025


Si levò il Farinaccio crollando la testa; e, fulminato con uno sguardo d'inesprimibile disprezzo il Procuratore fiscale, che ineccitabile lo riceve come il serpe che ha ingolato lo scoiattolo, con gran voce prese a dire: Assista Dio! Non so, incominciando la presente orazione, se in me sia maggiore la maraviglia, o il rammarico, ma certamente mi perturbano gravissimi ambedue; imperciocchè, prima di esercitare lo ufficio della difesa, mi trovi costretto a richiamarmi alla mente il ministero dell'accusa. Il procuratore fiscale, se l'antica dottrina oggi non è venuta meno, come difensore della legge preordinata alla sicurezza di questo umano consorzio, deve procedere nelle sue conclusioni severo, ma senza acerbit

Il Janni propone una cura, e la cura la affida alla critica letteraria, al gusto del pubblico, al procedere degli anni, a quella selezione naturale di tutte le esagerazioni che nel procedere dell'opera d'arte si possono compiere: è magari severo contro di lui, ma domanda che all'arte o all'intenzione dell'arte si contrapponga qualche cosa che rispecchi l'arte diversa, non contrappone, onorevole rappresentante dell'accusa del 1910, ad una forma d'arte la forma di galera che ella propone. Il proporre la cura dei mesi di reclusione che non si d

Emilia, meno sorpresa della moderazione e del silenzio misterioso della zia, di quello nol fosse stata dell'accusa, vi riflettè profondamente, e non dubitò più non fosse Valancourt ch'ella avea veduto la notte ne' giardini della valle, e che la zia poteva bene aver riconosciuto. Intanto, non lasciando un soggetto penoso se non per trattarne un altro che non eralo meno, parlò di Motteville e della perdita enorme che la nipote faceva nel suo fallimento. Mentr'essa ragionava con fastosa piet

E guai ad un testimonio sbagliato, che fa una deposizione vuota o meschina: la sua non può essere corretta o completata da quella di un altro. Agli imputati per economia di tempo e di denaro è stato concesso un solo testimonio a discarico. gl'imputati hanno dalla loro il Presidente, che pensa lui il bravo uomo! a correggere e completare. Ciò fa soltanto quando si tratta dei testimonî dell'accusa; così nel processo pei fatti di Santa Caterina, essendosi il Colleoni, tenente dei carabinieri quello che ordinò il massacro del cinque gennaio, per cui ricevette una medaglia patentemente contraddetto, il Colonnello Orsini, da buon superiore, interviene e d

Ogni uomo che si avvicina alla nostra donna è un nemico, e il sospetto si erige convulso, feroce, e diviene accusa, condanna. Al lampo della diffidenza tien subito dietro il fulmine della minaccia, l'insolenza dell'accusa, l'ingiustizia della calunnia. L'uomo geloso ha tutti i diritti, nessun dovere.

Qui è l'epilogo, la rappresentazione sintetica degli intendimenti dell'autore. Non occorre, non occorre a Marinetti, per esempio, onorevole rappresentante dell'accusa, fare come gi

È enorme, ma... naturale! Il processo scritto gli bastava, perchè il processo orale aveva annientato il primo; ma al processo orale, abbandonati i metodi da Sant'Uffizio, si accorda oggi la preminenza per unanime consenso dei giuristi, non escluso Francesco Crispi, e col processo orale, l'on. De Felice con logica stringentissima fece l'auto-demolizione dell'accusa.

Non c'è parola di elogio che basti per coloro che ebbero il compito della difesa, ingrato, perchè si sapeva inutile ogni sforzo. In questo e negli altri processi i militari della difesa mostrarono intelligenza, coraggio, indipendenza, eloquenza; essi sollevarono numerosi incidenti e somministrarono elementi preziosi per il ricorso in Cassazione; scattarono spesso contro le calunnie e le menzogne dei testimoni dell'accusa, che non di raro s'imbrogliarono, si contraddissero, si ritrattarono. Essi infine meritarono il saluto seguente, che in nome di tutti i suoi compagni rivolse loro Giuseppe De Felice: «mando un caldo saluto di affetto e riconoscenza ai nostri egregi, cari, simpatici difensori. Essi che accettarono titubanti le nostre difese perchè ci credettero per un momento colpevoli, li avete sentiti, hanno col maggiore entusiasmo sostenuta la nostra difesa perchè ci sanno innocenti. Essi dubitarono della nostra fede, noi non dubitammo mai della loro lealt

De Felice e il Cipriani il cavallo di battaglia del processo e dell'accusa di alto tradimento avesse luminosamente provata la inesistenza dei mezzi idonei per provocare la rivoluzione. Non valse che l'on. Palberti e della maggioranza della Commissione di cui era relatore, era entrata nel merito della domanda di autorizzazione a procedere. Non valse che lo stesso on.

Le trecento settantadue pagine della sua confessione non rivelano però il lento lavorìo del rimorso, questo bisogno dell'accusa. Tullio Hermil, pur compiacendosi di distrigare l'arruffata matassa delle sue sensazioni e dei suoi sentimenti, rimane quasi estraneo a tutto quel che va scrutando nel proprio cuore corrotto.

Parola Del Giorno

incumbenza

Altri Alla Ricerca