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Non vedevamo che il cielo sopra le nostre teste. C'era anche Cipriani, quello che era stato eletto deputato parecchie volte. Lo tenevano completamente isolato da noi. Occupava una stanza da solo, andava all'aria da solo e gli portava la minestra un sottocapo in una scodella di latta. La sua spesa quotidiana era un quarto di vino. A Portolongone si beveva il vino dell'isola d'Elba.

Si parlò di un terribile appello dello stesso Cipriani ai Siciliani; ma era tanto criminoso e pericoloso che la Giustizia Sociale lo aveva a suo tempo pubblicato senza essere sequestrata e processata.

Come i magistrati, l'avvocato fiscale e il Tribunale militare che ripetutamente supposero ciò che aveva dovuto scrivere De Felice a Cipriani, non si accorsero qui, che la cosa era evidente che De Felice aveva sconsigliato quegli avvenimenti di cui si volle renderlo responsabile?

De Felice e il Cipriani il cavallo di battaglia del processo e dell'accusa di alto tradimento avesse luminosamente provata la inesistenza dei mezzi idonei per provocare la rivoluzione. Non valse che l'on. Palberti e della maggioranza della Commissione di cui era relatore, era entrata nel merito della domanda di autorizzazione a procedere. Non valse che lo stesso on.

È questo il momento di dimostrare all'Italia che noi siamo tutt'altro che sobillatori. Il Vice Presidente Luigi Macchi. E in una lettera di Cipriani a De Felice si legge: «fa, come consigli nella tua lettera, di evitare scatti inopportuni, le generali impazienze, le manifestazioni intempestive

Prima di noi, in altre galere, egli aveva avuto sotto di Amilcare Cipriani e De Felice. Per ammazzare il tempo e impedire agli amici di pensare che stavamo per diventare dei numeri di matricola, mi misi a narrar loro la fuga del principe Krapotkine dall'ospedale dei detenuti di San Nicola di Pietroburgo. Fu un grido unanime di protesta. Era una fuga che sapevano tutti a memoria.

Poverino!» E questa lettera porta la data del gennaio, cioè della vigilia della rivoluzione! Quando si pensa alla importanza assegnata dal processo al Cipriani non si può fare a meno di sorridere pensando all'accordo singolarissimo, che esisteva tra questi non meno singolari cospiratori!

Cipriani gli annunzia «che sta sulle spine e che ha bisogno più di frenare se stesso, anzichè di frenare gli altriNon è evidente che De Felice lo aveva pregato di frenare gli altri? C'è di più. Cipriani domanda a De Felice: «Perchè non scrivi?

Ci saranno almeno le 32000 lire date da Cipriani a De Felice. ! Cipriani ne aveva tanti quattrini da dare agli altri, che ne chiede a Bensi, il quale gli manda lire 60, sequestrate dalla polizia; ne aveva tanti che domanda cento lire a De Felice.... per venire in Sicilia!

Esistevano, risultarono del processo questi estremi, che costituiscono la cospirazione? No! L'esame dei documenti, che l'accusa ritenne decisamente compromettenti, esclude il concerto stabilito e conchiuso; e questi documenti vengono rappresentati dalle lettere di Cipriani e di De Felice e dal famoso cifrario.